Possibile che anche il ministro Zaia sugli Ogm non abbia le idee chiare?
03 Febbraio 2009
La dietrologia è una pratica che dà soddisfazioni a colui che vi si dedica. I creduloni sono tanti a questo mondo e il dietrologo guadagna stima e considerazione perché è persona a conoscenza di trame segrete e di regie occulte. Sale il prezzo del petrolio? C’è chi indica come responsabile un consesso di speculatori internazionali. Abbattono le Torri Gemelle? Ecco che si ricostruisce a tavolino un piano complesso e inconfessabile che va dal Mossad alla Casa Bianca.
Alla divertente pratica non è sfuggito il titolare del Ministero delle Politiche Agricole, Luca Zaia. Appena la settimana scorsa, alla vigilia di un importante G8 sull’agricoltura, il ministro ebbe a dire che “la fame nel mondo non è risolvibile con gli ogm” e che, se qualcuno lo sostiene, “ dietro ci sono altre motivazioni”. Come per il riscaldamento globale, McDonald’s e le società petrolifere, gli ogm sono un bersaglio scontato per i dietrologi del mondo. Non passa giorno che qualcuno non riveli al mondo particolari disdicevoli sugli organismi geneticamente modificati. Appena ieri, Ivo Caizzi su Corriere Economia ha usato una tecnica molto sofisticata, da perfetto dietrologo. La tecnica è presto detta. In sostanza, si paragona una certa vicenda ad un’altra di cui già si conosce l’esito nefasto, si individuano le analogie tra le due fattispecie e si giunge alla conclusione: nonostante vi sia il rischio impellente che nella seconda vicenda si ripeta quanto accaduto nella prima, chi potrebbe non si sta impegnando per risolvere la minaccia, anzi la propizia.
Caizzi, seguendo lo schema, fa quanto segue. Dando notizia del via libera della Commissione Barroso alla sperimentazione in campo aperto di due forme di mais ogm, sulla base del parere favorevole dell’agenzia Ue per la sicurezza alimentare di Parma (Efsa), il giornalista sottolinea come molti a Bruxelles ricordino che altre istituzioni “ben più attrezzate e prestigiose dell’Efsa come la Bce, la Bundesbank, Bank of England o Banca d’Italia” abbiano sbagliato nel valutare i pericoli dei titoli tossici americani. “E si chiedono – continua Caizzi – come ci si possa fidare del parere della discussa Efsa per giustificare una decisione così delicata”. Per Caizzi, manco a dirlo, l’Efsa sarebbe discussa perché finora si è sempre dimostrata “in sintonia” con le lobby delle multinazionali delle biotecnologie. Insomma, il corrispondente da Bruxelles dell’inserto economico del Corriere gioca semanticamente con la tossicità, quella metaforica dei titoli finanziaria e quella reale – ma solo presunta, senza base scientifica – degli ogm. Si dice, insomma: se ha sbagliato la Bce con i titoli, figurarsi se può aver mai ragione l’Efsa con il mais!
Dichiarazioni come quelle di Zaia e articoli come quello di Caizzi non rendono onore ai ruoli di grande responsabilità – ognuno nel suo campo – che i due ricoprono.
Quali solo le “altre motivazioni” di cui parla Zaia? Un complotto tra alcuni governi del G8 (inclusi gli Stati Uniti) e le multinazionali per arricchirsi intossicando il Terzo Mondo? Lo pensa davvero? Non si troverebbero altre spiegazioni, riguardando le dichiarazioni del ministro leghista. E Caizzi, crede davvero che l’Efsa sia condizionata dalle malefiche lobby ogm? E, soprattutto, è a conoscenza della differenza che esiste tra la valutazione sbagliata della solidità di un titolo finanziario e un’analisi in laboratorio?
Si può essere favorevoli o contrari alla coltivazione e alla commercializzazione di organismi modificati per via genetica. Ma è opportuno che si usino argomenti chiari e concreti per spiegare la propria posizione, non fare ammuina. Sarà che, dietro l’ammuina, di argomenti concreti e non ideologici non ce ne sono molti.