Preimpianto, la legge non è uguale per tutti e la sentenza del Tribunale di Cagliari lo dimostra

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Preimpianto, la legge non è uguale per tutti e la sentenza del Tribunale di Cagliari lo dimostra

15 Novembre 2012

Da quanto si apprende dalla stampa, sembra che la sentenza del Tribunale di Cagliari sulla legge 40 stabilisca che le strutture pubbliche per la fecondazione assistita debbano “necessariamente dotarsi delle attrezzature atte a svolgere la diagnosi preimpianto”. Se questo fosse il contenuto della sentenza, sarebbe più semplice trasferire le competenze delle ASL e delle Regioni direttamente ai tribunali. Perché, infatti, stabilire i requisiti minimi quando ci pensano i tribunali, tanto più preparati in questa materia?

Per quanto riguarda il merito della questione, rileviamo che il Tribunale di Cagliari ha sostanzialmente decretato che una persona affetta da talassemia ha meno diritto a nascere di una persona sana, affermando, così, non solo un chiaro presupposto eugenetico, ma anche un forte elemento di disuguaglianza tra i cittadini.  Un criterio ingiusto e pericoloso che tradirebbe anche il principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione.

La sentenza del Tribunale di Cagliari si inserisce nello spazio di ambiguità prodotto dalle linee guida del Ministro Turco, nel merito delle informazioni da fornire ai genitori secondo l’art .14, comma 5, della legge 40. Sarebbe, dunque, urgente e molto opportuno che il Ministro Balduzzi emanasse le nuove linee guida per una corretta applicazione della legge e per gli adeguamenti necessari dopo la sentenza della Corte Costituzionale, anche perché sono già passati i tre anni previsti dalla normativa.

Non soltanto con le nuove linee guida si arginerebbe la tendenza di interpretazioni creative da parte della magistratura, ma si fornirebbero le necessarie indicazioni ai centri di procreazione assistita che da tempo le attendono.