Prima o poi i destini della Turchia e della Nato si separeranno

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Prima o poi i destini della Turchia e della Nato si separeranno

11 Maggio 2012

Più passa il tempo più ci si convince che la Turchia abbia definitivamente perso l’interesse per l’Unione europea e abbia deciso d’optare per la politica estera relativamente indipendente e aggressiva con molteplici interessi da perseguire. Ci sono numerosi motivi per cui Ankara ha deciso di fare questo passo e oggi abbiamo più certezze di prima sulle reali intenzioni politiche di Erdogan.

Erdogan ha intuito che la confusione interna dell’Unione europea riguardante l’ipotetica (ed improbabile) adesione della Turchia si sarebbe solamente complicata nel tempo e ha deciso di giocare un’altra partita politica. Invece di tentare di diventare la parte integrante di una comunità politica grande (Ue), ha deciso di battere una strada diversa e di "diventare" la superpotenza regionale indipendente.

Uno dei motivi per cui la Turchia riesce a guadagnarsi il nome e il titolo della superpotenza regionale è la sua appartenenza alla Nato. Essere il membro della Nato dà ad Ankara la rispettabilità indispensabile nel mondo arabo e le facilita immensamente i rapporti con il suo vicinato dell’est… Anche se la sua appartenenza alla Nato vuol dire rimanere sempre legati all’occidente, questo legame non passerà piu per l’Ue.

Insomma, la vecchia Turchia, che da sempre aspirava al suo eventuale ingresso nella Comunità Europea e che conduceva la politica estera in completa sintonia con quella europea, è un lontano ricordo. La nuova strategia turca non tiene più conto dell’Europa unita e sta perseguendo la politica estera completamente distaccata da essa.

Fino a pochi mesi fa, non era ancora ben chiaro se il cambio del corso politico della Turchia fosse un processo genuino o di fatto solo un banalissimo ricatto politico verso gli europei al fine d’accelerare le procedure per l’adesione all’Ue, ma oggi non ci sono più dubbi. La Turchia ha veramente scelto la solitudine politica, pur comodamente rimanendo il membro della Nato.

Con Erdogan alla guida del paese, la Turchia ha subito mutamenti profondi. Il governo turco ha fatto un lavoro impeccabile all’interno del paese riuscendo a convincere la popolazione della necessità di cambiare il corso della politica. Erdogan ha approfittato del risentimento e della frustrazione del popolo turco nei confronti della loro ormai decennale candidatura europea, la quale, non si è mai tradotta nella reale prospettiva dell’adesione e di conseguenza è riuscito "a sterzare" dal vecchio corso politico (stabilito da Kamal Atatürk) in maniera estremamente veloce e indolore.

La verità è che all’ora attuale, la Turchia è ben lontana da una democrazia reale e il sistema di giustizia locale necessita di un rinnovamento profondo. Inoltre, rimane evidente che il governo di Erdogan non ha mai avuto nessuna reale intenzione di avviare le riforme democratiche necessarie per poter avvicinarsi all’Europa. Le richieste di Bruxelles erano serie e richiedevano da parte turca un certo sforzo prima di qualsiasi scadenza da stabilire, ma per moltissimi anni, la Turchia ha fatto ben poco per soddisfarle (per non parlare poi dei problemi legati alla libertà religiosa delle minoranze).

La Turchia di oggi sta cercando di imporsi nel mondo arabo musulmano come un’unica super-potenza regionale, soddisfando così l’ambizione personale di Erdogan e le manie di grandezza del sistema politico turco. Inoltre sta lentamente estendendo le sue sfere d’influenza nell’Europa dell’est fino alla regione del Caucaso. Per adesso, la strategia turca sul Caucaso sta avendo un discreto successo politico. I turchi hanno sempre avuto una politica estera "astuta" e molto pragmatica. Ankara sta attivamente usando la sua appartenenza alla Nato, per poter trovare un appoggio politico in Georgia.

Conoscendo le aspirazioni di Tbilisi per la Nato, la Turchia si pone come un paese utile e indispensabile e Tbilisi sa che senza il sì di Ankara, non potrà andate lontano. Quindi la Turchia ha le relazioni politico-economiche estremamente preferenziali con il governo di Tbilisi. Per sapere quanto è grande l’influenza politica ed economica della Turchia in Georgia, basti pensare che Ankara ha recentemente firmato un accordo di libero commercio con questo paese e che v’è una gestione congiunta delle frontiere dal 2011.

Erdogan ha grande successo anche in Azerbaijan, che vede la Turchia come il suo unico "salvatore" nel caso (ma molto remoto…) di un nuovo conflitto in Karabakh (contro l’asse russo-armeno).
Erdogan è riuscito a stabilire buoni rapporti economici anche con la Russia di Vladimir Putin e non ha mai esitato a chiamarsi fuori dalle polemiche politiche tra la Russia e la Nato per non danneggiare questo nuovo partenariato economico!

A parte la descrizione della natura politica dell’attuale Turchia, bisogna riconoscere che l’affidabilità di Ankara come partner politico e militare rimane un problema anche per la Nato. È altamente improbabile che la Turchia possa andare avanti guardando solo i suoi interessi nazionali. La Nato significa anche obblighi verso l’alleanza e la sua politica internazionale, ma l’attuale nuova politica turca sembra essere in contrasto con questa nozione di base.