Prima venne Barry Goldwater poi l’era del conservatorismo Usa

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Prima venne Barry Goldwater poi l’era del conservatorismo Usa

16 Marzo 2008

Per il grande pubblico, Barry M. Goldwater è poco più di un
nome. Per i meglio informati, un senatore dell’Arizona che dopo l’assassinio a
Dallas di John Kennedy corse per la Casa Bianca contro il suo vice, Lyndon B.
Johnson. Una battaglia disperata, dall’esito scontato. Eppure il cinquantenne
leader repubblicano non fu una carneade, come a lungo venne dipinto dai media (in
special modo europei). Certo: nell’anno di grazia millenovecentosessantaquattro
le beccò sode ma le idee che rappresentò ne fecero, alla distanza, il vincitore
morale di quel lontano e sfortunato duello presidenziale.

E’ questa almeno l’opinione di Antonio Donno, docente di
Relazioni Internazionali all’Università del Salento e alla capitolina Luiss,
autore di una molto simpatetica biografia dello sfortunato esponente
repubblicano (Barry Goldwater. Valori
americani e lotta al comunismo
, Le Lettere, pagine 126, euro 18.00).

Per chi scrive, il senatore Usa è il punto d’approdo di un
importante corrente politico-culturale le cui 
radici sprofondano nell’America di sempre, riconducibili, per quanto
riguarda il “secolo breve”, alla coppia isolazionismo e liberalismo classico. In
concreto, a una costellazione di personalità a larghe maglie che negli anni
Trenta si mette di traverso al New Deal, accusando l’allora inquilino della
Casa Bianca di “un vero e proprio tradimento della ‘filosofia pubblica’
americana”. Il punto di rottura si chiama “stravolgimento” dell’“ethos
nazionale” e significa rifiuto di welfare, interventismo, assistenzialismo, ipertrofia
degli apparati pubblici e via discorrendo. In parole povere, gli anti-Roosevelt,
guardano ai padri fondatori e difendono lancia in resta quella che considerano l’anima
autentica del paese incentrata sul culto della persona e della sua irriducibile
autonomia.

In economia la ricetta è ancora più canonica e dice della  “pertinenza esclusiva dell’iniziativa privata,
secondo il modello del laissez-faire
capitalism
”. Opzioni sulla carta severe ma dalla problematica applicazione.
Vero guaio, i rapporti internazionali dove è dibattito sulle modalità più
efficaci per arginare l’avanzata delle potenze illiberali, prima il Terzo Reich
hilteriano, in seguito l’Unione Sovietica e il blocco comunista. L’acuirsi
della Guerra fredda rende poi i margini di manovra sempre più stretti. Tanto più
che talune rigidità isolazionistiche suonano oramai obsolete.

E’ questo il momento della discesa in campo del senatore
dell’Arizona. La sua lotta aperta a ogni nemico del modello americano ha sapore
e toni da svolta.  Il suo modo di
intendere il contrasto è assai più energico del puro e semplice containment
patrocinato dai democratici.

Ai conservatori in gramaglie offre un’alternativa e una
prospettiva che superano il contingente. Nel frattempo riesce anche a farsi
ascoltare. Pubblica libri che scuotono l’opinione pubblica a cominciare da The Conscience of a Conservative (1960) che vende addirittura tre milioni e mezzo di
copie. La sconfitta contro Johnson sotto quest’angolo di osservazione
rappresenta al massimo una battuta d’arresto. Per Donno, a Goldwater va
comunque il merito storico di aver ridato al suo partito coraggio e identità e
soprattutto una strategia.

Così, alla distanza, il perdente del 1964 sale di ruolo,
assurge alle dimensione di vero vincitore. Di interprete e precursore di quella
seconda America che all’inizio degli anni Ottanta trova in Ronald Reagan il suo
trionfale paladino. Quindi niente “Impero del Male” al tappeto, senza il lavoro
ai fianchi del bistrattato e, oggi abbastanza rimosso, senatore dell’Arizona.

Antonio Donno, Barry
Goldwater. Valori americani e lotta al comunismo
, Le Lettere, pagine 126,
euro 18,00.