Protezionismo, taglio delle tasse e severa politica sull’immigrazione. Trump? No, Macron

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Protezionismo, taglio delle tasse e severa politica sull’immigrazione. Trump? No, Macron

06 Novembre 2017

Promesse da Presidente. The president has sought to show that he would seek to negotiate more protective trade and labour rules”. Anne-Sylvaine Chassany sul Financial Times del 25 ottobre racconta di un presidente che vuole negoziare maggiori protezioni per il commercio e il lavoro nazionali, inoltre propone un forte taglio delle tasse e una politica severa sull’immigrazione. E, infine, nonostante queste promesse, è sceso a una popolarità del 38 % dell’elettorato. No, non si tratta di Trump bensì di Macron.

TeRenzio. “Chi ha sbagliato, paghi” dice Matteo Renzi alla Stampa del 4 novembre.  La frase è sua ma, considerato anche il voto siciliano, l’ispirazione è sicuramente di Terenzio e del suo “Heautontimorumenos” (in greco ‘Eαυτòν τιμωρούμενος, il punitore di se stesso). E questa convinzione è rafforzata dal suicidio jihadista (morire facendo saltare tutti quelli che sono con lui) che il “nostro”, come scrive Massimo Franco sul Corriere della Sera del 4 novembre, avrebbe intenzione di commettere “puntando alla fine contro il presidente della Bce, Mario Draghi”.

Come stiamo passando dalla rottamazione al modernariato. “È riuscito  a mettere insieme la sua carovana che odora di vecchio”. Il 2 novembre, con l’abituale malevolenza che caratterizza la Repubblica, Sebastiano Messina annota il ritorno di Silvio Berlusconi sulla scena politica. Ma non è questo l’unico segno di nuovi vecchi tempi in agguato. Sempre il 2 novembre Antonio Bassolino in un’intervista (a 55 anni dalla sua entrata in politica, come ricorda) al Corriere della Sera spiega che: “La prospettiva resta quella a cui ho lavorato sin dagli anni Novanta quando fui eletto sindaco di Napoli: la ricostruzione del centrosinistra”. Heri dicebamus. E il vento restauratore si sente anche in quel di Ostia come racconta Giovanna Vitale sulla Repubblica sempre del 2, riferendosi a un Pd che: “ha ripiegato sull’usato sicuro: Athos De Luca, 71 anni, entrato per la prima volta in consiglio comunale tre decenni fa, già senatore ambientalista, ora renziano”. Insomma dalla rottamazione si sta rapidamente passando al modernariato.  Un’altra piccola osservazione: scherzando su queste vicende di modernariato non si dovrebbe tirare in ballo “i corpi per quanto restaurati” come fa  invece Pierluigi Battista sul Corriere della Sera del 4 novembre, è una mossa da Harvey Weinstein. Addavenì Asia Argento!