Quagliariello, “Ai falchi dei due poli dico: basta strappi tanto non si voterà prima del 2014”

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Quagliariello, “Ai falchi dei due poli dico: basta strappi tanto non si voterà prima del 2014”

Quagliariello, “Ai falchi dei due poli dico: basta strappi tanto non si voterà prima del 2014”

04 Settembre 2013

Gaetano Quagliariello, l’ultimo appello al Pd: «E’ importante che rifletta e dia via libera alla possibilità che la Giunta del Senato si rivolga alla Corte Costituzionale. Se invece vince la tesi: ora ho in mano Berlusconi, vado fino in fondo e lo schiaccio, le spinte anti-sistema possono diventare irrefrenabili e travolgere tutto e tutti».

Adesso ci arriviamo, ministro. Intanto però a proposito di Pd c’è una novità decisiva: Renzi ha sempre di più la strada spianata verso la segreteria. E’ una spinta in più contro il governo di larghe intese?

«No, perché? Non penso che l’ascesa di Renzi indebolisca il governo. Faccio un ragionamento strettamente politico. La segreteria Renzi pone la sfida ad un livello più alto, chiarisce definitivamente che il Pd vuole avere ambizioni bipolari allontanando qualsiasi ipotesi di scissione al centro: infatti l’ultimo endorsement è arrivato non casualmente da Dario Franceschini».

Però il sindaco di Firenze è anche il più determinato nel dire che Berlusconi deve lasciare il seggio senatoriale…

«Certo. E perché lo fa? Perché si vuole liberare di Berlusconi e avere mano libera nel conquistare l’elettorato berlusconiano. Questo è il gioco. E noi saremmo dei pazzi se andassimo a regalargli gli elettori moderati e centristi. Le elezioni, in un sistema bipolare, si vincono al centro. Per questo motivo il Pdl deve assolutamente rilanciare su due fronti: primo, la volontà di essere l’altro polo del sistema senza cedere a tentazioni sfasciste che possono spianare la strada a che il polo anti-sinistra diventi quello di Grillo; secondo, senza mollare di un centimetro nella difesa di Berlusconi dobbiamo presentare una proposta politica che sappia parlare a tutto il mondo moderato e che sia in grado di contrastare l’operazione-Renzi. Voglio dirlo chiaro: se lasciamo sguarnito il campo, se in altri termini ci estremizziamo, a quell’elettorato diciamo definitivamente addio e al massimo possiamo aspirare a diventare l’Msi del terzo millennio».

Ma per evidenziare questo profilo moderato non dovrebbe essere Berlusconi a fare il primo passo, per esempio chiedendo la grazia a Napolitano?

«Guardi, con la vita delle persone non si può scherzare mai, in nessun caso. Io dico che è assolutamente possibile operare una distinzione: considerare ingiusta la sentenza di condanna di Berlusconi e contestualmente riconoscerne gli effetti».

In termini più espliciti che vuol dire?

«Che l’accettazione degli effetti della sentenza non significa rinunciare a contestarla radicalmente rigettandone l’impianto accusatorio. E’ una questione che riguarda Berlusconi e anche il Pdl. All’interno di questo spazio Silvio dovrà fare delle scelte che certamente non gli possono venire dettate. Non siamo il partito nel quale le scelte personali dei singoli vengono stabilite con un voto della Direzione. Non lo siamo e non lo saremo mai».

Il Pd appare determinato nel votare la decadenza: a quel punto che succede, il Pdl fa cascare il governo?

«Io registro che sulla legge Severino ad avanzare criticità sono stati giuristi provenienti soprattutto dalle file della sinistra. Sul fatto che la Giunta possa, in astratto, adire la Consulta – decisione non ideologica ma squisitamente tecnica – si sono sentite le voci favorevoli, chiare e nitide, di Onida e Manzella. Idem Zagrebelski che pure ha detto che si può fare ma che, nel caso specifico, non si deve. Per non parlare dei giuristi tipo Dogliani e Capotosti. Mi chiedo: il senso di responsabilità non indurrebbe a percorrere quella strada?».

Lei si ostina a riferirsi al Pd. E il Pdl?

«Nel Pdl – che sta attraversando una fase per certi versi drammatica – il rischio è che qualcuno scambi i propri desideri con la realtà».

Può essere più chiaro?

«E’ inutile pensare che possano esserci elezioni anticipate nell’immediato. La prima finestra utile per il voto è nel 2014, dopo la correzione del Porcellum. Un atteggiamento estremista non fa il gioco del centro-destra e del Pdl che è nato come forza di responsabilità e di governo. Agire in modo opposto vuol dire farsi strumentalizzare dalle forze anti-sistema e da Grillo».

Davvero ritiene possibile che il Pd voti no alla decadenza?

«E’ fondamentale come si arriva al voto. Se nel Pd prevale una logica tribale non mi si può dire che si tratta di un atteggiamento responsabile, compatibile con la volontà di tenere in piedi un’alleanza di governo».

(Tratto da Il Messaggero)