Quando dilettantismo e ignoranza calpestano la cultura
13 Marzo 2010
Mandiamoli in pensione i direttori artistici, gli addetti alla cultura… Era il 1980, e Franco Battiato così cantava. Sono passati 30 anni, ma gli “addetti” sono ancora lì, scaltri nel tenersi un posto conquistato per grazia ricevuta e poco adusi a farsi da parte. Molto propensi, invece, a distruggerla ed a infangarla, quella cultura che dovrebbe essere il fiore all’occhiello del nostro Paese. Che ancora una volta, pochi giorni fa, si è reso protagonista di un episodio che definire vergognoso è usare un eufemismo.
La sceneggiata durante la quale il quintetto russo “Bach Consort” è stato cacciato dal Pantheon, dove domenica scorsa era stato organizzato un concerto di musica classica, mentre tentava di suonare l’ultimo movimento di Vivaldi, è diventata purtroppo nel mondo la rappresentazione plastica di come l’Italia e gli italiani intendano la cultura. Un fenomeno puramente “burocratico”, in cui le norme e i regolamenti soffocano la Bellezza, annientano il piacere estetico, vituperano qualsiasi afflato e trasporto mistico legato all’arte.
D’accordo, si stava sforando di ben quattro (sic!) minuti l’orario previsto per la fine dell’esibizione. D’accordo, l’associazione che aveva promosso l’evento e gli “addetti” alla cultura hanno fatto la consueta confusione nell’organizzazione e nella fissazione dell’orario. Ma insomma, di fronte a una folla di oltre 500 persone accorse per gustare musica e arte nella cornice unica del Pantheon, sono argomentazioni che non tengono. E che spingono solo a unirsi al coro degli astanti attoniti che hanno assistito al siparietto squadrista: vergogna!
La verità è che siamo vittime – e schiavi – di un dilettantismo di cui non riusciamo a liberarci. Dilettantismo, che come l’ignoranza, non fa altro che accrescere una spocchia ingiustificata nei confronti di tutto e di tutti e un disprezzo ignobile verso quanto non sia materia e prodotto immediatamente maneggiabile. Rendendoci simili non a soggetti pensanti, ma a clown, che avendo perso la loro originaria funzione fanno ormai solo piangere.
Non c’è da stupirsi perché, fino a quando avremo un sistema educativo che appiattisce anziché valorizzare i migliori e i meritevoli, e che risucchia studenti svogliati e insegnanti incompetenti nell’unico girone degli ignavi, produrremo solo automi indifferenti rispetto al Creato in cui vivono e continueremo a restare in mano a chi non comprende cosa fa e perché. Veri e propri ignoranti, nel senso letterale del termine. E soprattutto a chi non ama né rispetta l’immenso patrimonio culturale e artistico (circa il 60% di quello mondiale si trova in Italia), su cui grazie al turismo basiamo gran parte delle nostre entrate dall’estero. Un estero verso cui nutriamo scarso rispetto, e che a sua volta però smetterà presto di avere pazienza.
Possibile che a seguito dell’accaduto siamo riusciti solo a produrre il solito balletto dello scaricabarile tra ministero, soprintendenza e gli immancabili sindacati? “Up patriots to arms”, concludeva la sua canzone Battiato. Esistono ancora “patriots” che hanno a cuore l’Italia? Se sì, battano un colpo.