Quando i nodi verranno al pettine Obama scoprirà il vero volto dell’Islam
04 Giugno 2009
Un grande evento mediatico, un’eccellente prova retorica e… un pugno di mosche. Questa l’estrema sintesi dell’impatto che avrà nei mesi a venire lo “storico” discorso che Obama ha tenuto stamane al Cairo. Il miglior commento ai voli pindarici del presidente è venuto dalla Cisgiordania e ha toccato proprio il nervo scoperto, il tallone d’Achille di tutta la sua retorica: quattro palestinesi si sono massacrati fra loro in uno degli scontri tra Hamas ed Al Fatah, ennesimo incidente di queste settimane che costituisce il vero, ineliminabile, nodo gordiano della questione israelo-palestinese.
La realtà è che nel conflitto che contrappone Hamas ad al Fatah si trova il nodo vero della crisi dell’Islam di oggi e che è fuorviante, ipocrita e anche da ignoranti pretendere che esso veda solo contrapporsi un grande Islam moderato e i “terroristi” di Osama bin Laden.
E’ facile tendere ramoscelli d’ulivo “parlando d’altro”, evitando i nodi reali di civiltà che separano oggi l’occidente democratico non dai regimi islamici – che sono caduchi – ma dalla cultura islamica maggioritaria, che è inquisitoriale, che relega la donna ad un ruolo di subalternità civile, che è impregnata di cultura della morte.
Insomma, uno stupendo, barocco, ricamo politically correct basato sull’equivoco, sull’ignoranza, sulla poco elegante – ma trasparente – brama di separare il proprio destino da quello del suo predecessore. Uno sforzo peraltro vano perché di qui a poco Obama, in Afghanistan, Palestina, Sudan e soprattutto Iran, dovrà prendere atto del fallimento del suo dialogare e decidere cosa fare, non cosa dire. E sarà un dramma.