Quando la smetterà Severgnini di sputtanare il nostro paese all’estero?

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Quando la smetterà Severgnini di sputtanare il nostro paese all’estero?

22 Gennaio 2012

Tra i luoghi comuni assai diffusi nel nostro Paese vi è la tendenza ad attribuire la responsabilità di tutti i problemi alla classe politica nazionale, spesso descritta come inadeguata ed incompetente, incomparabile a quelle di Francia, Germania e Regno Unito.

Non condivido tale semplicistico giudizio, e ritengo che un “gap” tra l’Italia ed altri Paesi europei sia invece molto chiaramente visibile in altri due settori di grande importanza per l’identità nazionale: la stampa e la giustizia.

Occupiamoci, sinteticamente, della stampa nazionale, ed in particolare di un giornalista, Beppe Severgnini, che sta purtroppo acquistando crescente notorietà, nonostante i danni che continua ad arrecare all’immagine del nostro Paese, e quindi alla percezione all’estero dell’identità nazionale di noi tutti. Un tempo scriveva Luigi Barzini, autore di un saggio del 1964, “The Italians”, che ancora oggi resta un validissimo punto di riferimento, particolarmente nei Paesi anglosassoni, per l’ampio pubblico interessato al nostro Paese. Oggi, purtroppo, abbiamo Beppe Severgnini, che cerca di accreditarsi come il nuovo Barzini, ma che è lontano anni luce dal suo maestro.

Sono ancora sotto gli occhi di tutti le campagne di gran parte della stampa nazionale sulle vicende dell’Euro e sulla vita privata di Silvio Berlusconi. Secondo tali “vulgate”, non si sarebbe trattato di un’ attacco speculativo perpetrato dagli “hedge funds” anglosassoni contro una moneta priva di una vera banca centrale, e finalizzato ad arginare l’emorragia di capitali dalle aree del dollaro e della sterlina, ma bensì di un crollo della fiducia dei piccoli risparmiatori, asseritamente scossi dalle “nottate” di Silvio Berlusconi. Vulgate ignoranti – perchè l’85% dei movimenti finanziari internazionali è speculativo – ridicole – come comprovato dall’andamento dello spread con il Governo Monti – ed in ultima istanza perfide ed autolesionistiche, perchè la dinamica tra Governo ed opposizione, attiva in tutti i Paesi democratici, non dovrebbe essere mai spinta fino all’indebolimento dell’immagine, e conseguentemente delle capacità operative del Paese, in uno scenario internazionale in cui il confine tra Paesi più o meno solidali è sempre più sottile.

In questo triste scenario, Severgnini è quello che più continua a distinguersi: ci sguazza felice, come un pupetto nella vasca da bagno. Molti suoi articoli – come molti Italiani non sanno – sono pubblicati solo in inglese sul Financial Times, e rappresentano un cocktail di triti luoghi comuni,  vecchi pregiudizi, velenosi sarcasmi e perfidi attacchi, sempre diretti a colpire non tanto e solo l’immagine istituzionale del nostro Paese, quanto il carattere e la psicologia nazionali.

In tale distorta logica, le mitologiche nottate di Silvio Berlusconi sarebbero l’indice rivelatore della psicologia del maschio italiano, l’evasione fiscale la prova della disonesta ed immaturità collettiva degli Italiani, fino all’ultimo recente articolo sul naufragio della Concordia, in cui il nostro Paese viene velenosamente ritratto al livello del teatrino dei burattini napoletano. D’altronde, Severgnini si arroga il diritto di scegliere tra il contingente ed il necessario, tra il casuale ed il simbolico: sempre a scapito del nostro Paese, puntualmente ridicolizzato. Il tutto, poi, sempre all’infimo livello per cui “se c’è da migliorare un palazzo, voi Inglesi pensate alla struttura, noi Italiani invece, ci limitiamo a ridipingere la facciata; pero’ lo facciamo bene, siamo fatti così”; e così via.

Ridono, all’estero, e purtroppo fanno bene: perchè un Severgnini, ossia un giornalista che fa del velenoso sputtanamento del suo Paese la sua missione, lo abbiamo solo noi.

Vi immaginate cosa avrebbe scritto Severgnini se lo scandalo della mucca pazza fosse accaduto in Italia, invece che in Gran Bretagna? Apriti cielo!!!! E ve lo immaginate, invece, un giornalista britannico che scriva in Italia ed in italiano articoli del seguente tenore: “Cari Italiani, per qualche anno non potrete più mangiare la vostra amata fiorentina, perchè qui in Gran Bretagna la logica del profitto ci ha portato a nutrire le nostre mucche con farina di cadaveri! Purtroppo siamo ben lontani dall’amore che voi dedicate alle vostre produzioni agroalimentari; basta guardare quello che mangiamo”. Giornalisti simili, in Francia, Germania e Gran Bretagna, semplicemente non esistono: perchè esiste l’orgoglio nazionale.

Severgnini continua a sputtanare l’Italia, senza rendersi conto di rappresentare la perfetta, comica incarnazione di un noto, vecchio stereotipo del nostro Paese: quello dell’italiano dall’identità fragile ed incerta – in ultima istanza, conseguenza del fascismo e della sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale – insicura, complessata e disfattista, sempre alla ricerca di conferme e riconoscimenti all’estero, come un bambino ansioso. Stile Alberto Sordi in “Polvere di stelle”.

Ma Severgnini è anche un bel furbacchione che fa i suoi interessi senza il minimo scrupolo, perchè sappiamo tutti che in Gran Bretagna, se ti vergogni di essere italiano, ti presenti con il cappello in mano e, in ultima istanza, confermi il complesso di superiorità anglosassone, le porte di tanti circoli e salotti si aprono immediatamente. Come si sono invece chiuse per Silvio Berlusconi. D’altronde, il Vallo di Adriano è sempre lì, a dar fastidio. Non parliamo, poi, del sorpasso dell’Italia del 1987, e del prossimo imminente, alla luce della profondità della crisi economica britannica.

Pensavamo che tale stereotipo d’italiano insicuro e complessato, tale patetica macchietta priva di qualunque senso di orgoglio nazionale, appartenesse al passato, come il fascismo e la sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale. Invece è ancora qui: si chiama Beppe Severgnini, e fa molto ridere. All’estero.