Quanto costa un collegio “sicuro” a Bologna
02 Febbraio 2018
Quanto costa un collegio “sicuro” a Bologna. “Non è una relazione elettorale, contiene l’analisi di quello che è successo”. Così Davide Colombo riporta sul Sole 24 ore del 31 gennaio una considerazione di Pierferdinando Casini che commenta le non indimenticabili conclusioni “a maggioranza” della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Ricostruendo la vicenda, va ricordato come Casini, l’ex promessa (non mantenuta) della scuola di Arnaldo Forlani (questo sì politico di grande lignaggio) avesse accettato la proposta di Matteo Renzi di presiedere una commissione in sé delirante perché è insensato fare una “commissione sulle banche” alla vigilia dello scioglimento delle Camere, nonché demenziale perché così è mettersi a fare a botte con Bankitalia, Ignazio Visco e alla fine Mario Draghi, solo per vendicare le mancate coperture di pasticcetti confezionati tra Rignano, Arezzo e Siena. Peraltro tutta l’operazione si è rivelata un suicidio perché invece di processare i bankitalioti, il risultato è stato quello di spennare la povera, già spelacchiata, Maria Elena Boschi. Di fronte a questo sfacelo l’ex genero di Francesco Gaetano Caltagirone ha dovuto in fretta e furia far approvare a maggioranza una risoluzione che non dice niente, una sorta di coperchio per il bidone di un’iniziativa allo sbaraglio. Ma chi gliela ha fatta fare al Pierferdi? A quanto pare l’incentivo è stato un collegio uninominale “sicuro” in quel di Bologna. “Sicuro”, Vasco Errani permettendo.
Altro che vicina, la Cina è proprio qui tra di noi.“The previous time I lived in Berlin, in 2000, China had recently bought a building by the Spree River to use for a sprawling new embassy, and the staff would bully the clients of a women-only gym that had a lease on the top floor with verbal insults and by making them undergo intimidating security checks”. Così sul New York Times del 25 gennaio Didi Kirsten Tatlow, già inviata del quotidiano della Grane Mela a Pechino e ora ricercatrice al Mercator Institute for China Studies, descrive i comportamenti prepotenti dei cinesi in Germania sia nelle piccole cose come nell’insultare e intralciare una palestra che infastidisce l’ambasciata, sia nel tentare di bloccare qualsiasi posizione sui diritti umani indirizzata a Pechino e dintorni. Siamo davvero convinti che per coesistere pacificamente (obiettivo straragionevole) con la potenza in espansione del Celeste Impero, la strada sia quello del mercantilismo merkelliano senza solidarietà con gli americani?
Sperando nell’effetto Franza o Spagna purché se magna. “L’Europa guarda con preoccupazione al voto italiano e Pierre Moscovici lo dice chiaramente. ‘Lavoro molto bene con il governo di Paolo Gentiloni, con Pier Carlo Padoan. E non è un segreto che sugli orientamenti europei, sulle decisioni da prendere nella zona euro c’è una convergenza di punti di vista molto chiara con Paolo Gentiloni, con Pier Carlo Padoan e questo governo’”. Così una nota del sito Huffington Post Italia del 16 gennaio. Che i nostri cuginetti d’Oltralpe siano tendenzialmente arroganti non è certo una scoperta, che da monsieur Guy de la Motte a Barletta in poi nutrano un sincero disprezzo per les italiens è un altro fatto consolidato, che siano convinti che alla fine da noi scatti la molla “Franza o Spagna purché se magna” è un altro dato acquisito, certo che nonostante tutto ciò, Moscovici dovrebbe rendersi conto come esagerare non sia mai una scelta troppo intelligente.
Prosegue la fosca notte degli Alesina viventi. “Contrariamente al marzo 2012, quando lo approvammo solennemente nel mezzo di una grave recessione, oggi applicarne le regole è nel nostro interesse”. Così scrivono Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera del 19 gennaio. Ecco la ditta Alesina & Giavazzi tornare in campo a difendere l’austerità. Uno magari non sarà keyensiano come Paul Krugman ma la sua definizione (“la notte degli Alesina viventi”) per descrivere l’insieme di spocchia e mediocrità dell’analisi del duo iperliberista, resta insuperabile.