Quel marxista del Cav. non sa come si combatte davvero la cultura di sinistra
19 Giugno 2011
Quando anni fa s’incontrava un militare male in arnese, veniva da pensare: "è con questo esercito che dovevamo vincere la guerra?!". Se si sfogliano quasi tutti i periodici del centro destra, viene da dire: "è con questi ‘intellettuali’ che dovevamo vincere l’egemonia culturale della sinistra!?". Nel film di Monicelli Vogliamo i colonnelli (1973), l’ideologo dei golpisti è un evoliano con zazzera e baffetti, docente di filosofia ad Avezzano. Lo spazio destinato al partito liberale di massa è stracolmo di revenants simili: si va dagli antiunitari ai tradizionalisti, dai filoarabi ai celtici, dagli austriacanti ai neoborbonici. Il fatto è che il Cav. è un marxista, vede nel potere economico il fattore decisivo: della cultura non gliene potrebbe fregare meno. Non sa che le idee, oggi, hanno sostituito la ‘lama’ del vecchio Silla. E’ importante essere ricco, diceva il dittatore, ma è ancora più importante far sentire al ricco una lama sul collo che lo costringa a cedere la borsa!