Quel sottobosco di mitomani che prospera sulla paura della gente

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Quel sottobosco di mitomani che prospera sulla paura della gente

29 Maggio 2012

Un allarme bomba ha scosso Bari ieri mattina. La telefonata anonima arrivata in Questura annunciava la presenza di un ordigno nella facoltà di Giurisprudenza del capoluogo pugliese, dove si sarebbe dovuta tenere una conferenza con la partecipazione del governatore regionale, Nichi Vendola. La chiamata, partita da una cabina telefonica nei pressi del quartiere universitario, ha messo sotto pressione Bari e la Puglia, ma non ha gettato nel panico gli inquirenti che hanno lavorato alacremente per riportare la situazione nei binari della normalità. Per fortuna, si è trattato solo di un falso allarme e la normalità dopo poche ore ha ripreso il sopravvento, non prima, però, che gli universitari e i cittadini pugliesi vivessero attimi di paura. Ancora una volta.

L’incubo di Brindisi, infatti, è ancora vivo e la minaccia di ieri mattina ha avuto i contorni del déjà vu: lo spavento per un nuovo attentato ha attraversato le strade della città, ormai affollate dagli studenti fatti evacuare per precauzione da Corrado Petrocelli, Rettore dell’Università degli Studi di Bari. Il ricordo dell’attentato all’istituto Morvillo-Facolne è ben impresso nella memoria e la paura dell’escalation terroristica non è per nulla tramontata. Anzi. Polizia e istituzioni pubbliche hanno obbligato gli studenti a liberare le strutture universitarie (tutte quelle della città ad eccezione della Facoltà di Medicina e Chirurgia) per salvaguardare l’incolumità di studenti, dipendenti e professori, e per permettere a polizia e vigili del fuoco di svolgere le indagini nelle migliori condizioni possibili. Unità cinofile e artificieri hanno lavorato per scovare l’ordigno annunciato, senza trovarne traccia e potendo, finalmente, dichiarare agibili le facoltà. È stato un mitomane o forse una “ragazzata”, come la Questura ha motivo di credere, ma la città ne ha sofferto e la tensione è stata palpabile.

Dopo l’attentato a Brindisi del 19 maggio, la paura di nuovi e improvvisi attentati convive con la Puglia (come con il resto d’Italia) ed ora il rischio è che mitomani in cerca di fama, o studenti pronti a far bravate, possano continuare a cavalcare la macabra scia del terrore per appagare i loro impulsi frustrati e alimentare il terrore tra i cittadini. Lo spettro degli anni difficili italiani è ritornato con forza poche settimane fa e ieri quello stesso spettro ha attraversato le strade di Bari. Per questo è fondamentale terminare al più prestp le indagini brindisine, trovare e giudicare il colpevole (o forse dovremmo usare il plurale) dell’efferato crimine.

Fino ad allora, il terrore resterà una presenza costante, capace di esercitare la sua forza sui cittadini creando un effetto domino che, alla lunga, potrebbe risultare travolgente. Così come potrebbe essere violento l’impatto dell’emulazione, come successo ieri nel capoluogo regionale. Pochi minuti di celata celebrità valgono, per un mitomane, il prezzo della paura, senza pensare a chi, per le bombe, ha sofferto davvero, pagando un prezzo altissimo. Una vita da sedicenne.