Quella economica è una spia della crisi dell’Occidente
08 Agosto 2011
di Mario Rimini
Vi sono momenti, nella storia dei popoli e delle civilta’, in cui l’apocalisse e’ cosi’ vicina che non la si vede. Se ne percepiscono alcuni dettagli, ma si scambia l’apparenza per la sostanza. Uno di quei momenti e’ qui con noi, pronto a scardinare la nostra fortezza e a espugnarla. E siamo noi ad aprirgli i cancelli. La crisi economico-finanziaria ne’ e’ la spia, ma e’ anche il dettaglio che occulta la catastrofe. E’ solo l’apparenza dell’apocalisse. Ci siamo lasciati convincere che il cuore di questa emergenza sia tutto racchiuso nei grafici ripidi delle curve del debito, negli intrichi matematici dei tassi di interesse, nei dilemmi vischiosi della macroeconomia. I nostri governanti si sono fatti ragionieri. Allo scettro e alle vestigia del potere si e’ sostituita una tirannia della calcolatrice. Ma la sostanza e’ altra. Ci racconta di un Occidente smarrito e immiserito, sull’orlo del suicidio.
E’ un dramma in tre atti. Il primo si e’ consumato all’ombra dell’Acropoli. Per mesi si e’ dibattuto del debito di Atene. Se ne e’ parlato con volgarita’ e grettezza, come se si stesse discorrendo di un qualunque angolo del mondo, dell’anello rotto di un’anonima catena di montaggio, del bullone marcio di una bicicletta. Le cancellerie europee sono affogate in conti della serva su tassi di interesse e pagamenti, buoni del Tesoro e rendite, speculazioni e profitto. In ballo, pero’, c’era l’anima. Perche’ la Grecia non e’ un dettaglio. La Grecia e’ il cuore e la memoria spirituale di noi tutti. Atene sono le nostre radici. La culla della civilta’ che abbiamo. Atene e’ la lingua che parliamo, sono gli occhi con cui leggiamo il mondo. Atene sono i miti di cui e’ intessuta la nostra weltanschauung, e’ la Tragedia antica che ci ha insegnato la vita e la saggezza. E’ il seme della scienza che ci ha fatto prosperare, la fonte artrtistica che ci ha educato ed elevato. Atene e’ il nostro DNA. La fonte e l’origine dell’Occidente intero. Dibattere del debito di Atene con la grettezza della ragioneria e’ un’imperdonabile amnesia. Perche’ ad Atene noi dobbiamo tutto. E il nostro debito non lo salderemo mai.
Poi c’e’ l’America. Una coincidenza al contempo possente e terribile, che proprio l’America sia il secondo atto di questa strana crisi. Perche’ se la Grecia e’ la vecchia Atene, l’America e’ la nuova. Assieme, sono le radici e la linfa, il faro e l’approdo, il seme e il frutto, l’alfa e l’omega della nostra civilta’. A una dobbiamo l’identita’, all’altra la liberta’. L’america annaspa mentre ai quattro angoli del mondo difende i principi e lo spirito d’Occidente. Dal Medio Oriente all’Afghanistan alla Corea, l’America e’ ancora il baluardo – l’unico – della civilta’ contemporanea. La nostra. Anche di questo e’ fatto il suo debito – del costo oneroso della Pax Americana. Eppure, noi oggi guardiamo al vacillare dell’America come a un mero episodio di politica economica. Ma se crolla l’America, le macerie ci seppelliranno.
Infine c’e’ l’Europa. Il terzo atto della miseria mentale in cui siamo precipitati. Da ogni dove l’Europa e’ sotto attacco politico e ideologico. Gli interessi meschini delle politiche nazionali approfittano della debolezza congiunturale per sferrare un attacco al cuore di un ideale. E cosi’, rischiamo di perdere l’Europa. Ma e’ l’Europa che ci ha dato pace, prosperita’, diritti. Che dopo gli abissi della Guerra ha saputo reinventarsi unita e progredita. L’Europa in cui le nuove generazioni sono cresciute senza frontiere, coccolate e protette, mentre il resto del mondo viveva ancora una storia di altri secoli fatta di guerra, miseria, genocidio, schiavitu’. La nostra Europa invidiata e ammirata ci ha preservati, dandoci opportunita’, cultura, orizzonti. Adesso e’ aggredita anch’essa dagli egoismi meschini delle liti di condominio, dal tramonto dei principi, dall’abbandono degli ideali.
E’ cosi’ che si spegne l’Occidente. Vittima di se stesso, dei propri demoni e di una distrazione fatale. L’apocalisse, oggi, non e’ il debito. E’ la perdita della memoria e l’assopirsi della coscienza. In questo momento di emergenza storica, dovremmo mettere da parte la calcolatrice ed essere disposti a qualunque sforzo per salvare i nostri simboli. Perche’ l’Occidente ridotto a finanza non vale nulla. Chiunque puo’ copiarlo e contraffarlo – la Cina lo ha gia’ fatto. Il nostro Tempio ha le sue colonne in Grecia, in America, nell’Europa unita. Al momento, ahinoi, e’ in saldo. E la nostra civilta’ con lui.