Recensione di un recensore che parla di recensioni
18 Gennaio 2009
Massimo Onofri è un saggista e critico letterario assai attivo. Dedito soprattutto alla messa a punto delle “condizioni e dello statuto della critica militante”. Al riguardo, ha pubblicato più di un intervento e nel duemila e sette un librino, “La ragione in contumacia. La critica militante ai tempi del fondamentalismo” (Donzelli). Ora, è tornato sul problema con un altro agile volume dal titolo più diretto, ovvero “Recensire. Istruzioni per l’uso”. Considerato l’enunciato, ci si potrebbe attendere un manuale o giù di lì, magari un articolato vademecum sui modi del parlare con profitto di un testo letterario all’interno di giornali e affini. In realtà, il discorso di Onofri è più ampio, complesso, e persino ambizioso. Punta, ad esempio, a delimitare il terreno specifico dell’addetto alle recensioni, oltre a tentare di definire il genere in quanto tale. L’autore, in proposito, abbozza e ricorre ai maestri. Adotta, in qualche modo, l’opinione, definita “suggestiva”, del critico e prof fiorentino, Luigi Baldacci che recita nel seguente modo: “Il critico non è semplicemente un lettore che scrive o che scrive gli altri. Passare dalla lettura disinteressata alla scrittura (scrittura critica) significa stabilire un rapporto con il proprio linguaggio. Il critico è colui che legge ‘solo per scrivere’ in obbedienza all’impulso che era già stato prima dello scrittore”.
Entra poi nel merito della situazione nostrana. Verso alcuni colleghi, all’incirca sodali, è ammiccante (Alfonso Berardinelli, Andrea Cortellessa e così via), nei riguardi di altri dubbioso e, a tratti, acidulo (intendi Emanuele Trevi), con altri ancora sprezzante e demolitorio. E’ il caso di Antonio D’Orrico. Verso il rubrichista del magazine del “Corsera” è quasi questione personale o meglio scontro ideale.
Un testo, insomma, interessante che dice cose giuste accanto ad altre un tantinello esagerate. A cominciare dalla demonizzazione di D’Orrico. Un testo che però anche elude un po’ la quaestio da cui muove, ed infatti di recensori e di recensioni non si parla quasi. Si tratta molto invece di questioni grosse e generali, e si manifestano idiosincrasie, molte peraltro condivisibilissime (dallo scientismo in letteratura a certi fenomeni gettonatissimi dei giorni nostri), eppure che cosa ne sia di quello che un tempo era il critico giornaliero (e si smazzava con autorevolezza libro su libro almeno quelli degni di attenzione) in fondo non si dice. E la curiosità resta, per il momento, abbastanza inappagata.
Massimo Onofri, “Recensire. Istruzioni per l’uso”, Donzelli, pagine 152, euro 15,00