Renzi ha rilanciato Firenze città d’arte con spregiudicato realismo
16 Gennaio 2011
di Carlo Zasio
“Se questo è il risultato, prego Bonaiuti di fissarmi subito un altro appuntamento ad Arcore per fine gennaio”. Il tono canzonatorio, l’occhio fiero e vispo di chi con spregiudicatezza e realismo politico ha colto un importante successo e la cornice delle grandi occasioni nella sala stampa di Palazzo Chigi certificavano la malandrina soddisfazione del Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che, unico finora fra i suoi colleghi amministratori, è riuscito a realizzare un accordo complessivo con lo Stato per la gestione del patrimonio culturale cittadino.
L’offensiva di Ferragosto sulla proprietà del David di Michelangelo – argomento invero pretestuoso – le ripetute richieste per una legge speciale in favore della città e infine il tanto vituperato incontro con il Presidente del Consiglio nella sua residenza privata sono stati i tasselli di una strategia che ha permesso al Sindaco di siglare con il Ministro Bondi un’intesa innovativa. Innanzitutto, viene stabilito un principio di condivisione delle risorse tra lo Stato e l’ente locale: il 20% degli introiti del polo museale fiorentino statale verranno investiti, sulla base di un progetto presentato dalla civica amministrazione, nel decoro urbano – principalmente lotta ai graffiti e contrasto al commercio abusivo. Si tratta di circa 4 milioni di euro, che fino al 2013 verranno destinati di comune accordo al completamento dei Grandi Uffizi. Inoltre si attiva il processo del federalismo demaniale per devolvere al Comune la proprietà del Teatro La Pergola, fino al 2010 gestito dall’ormai soppresso Ente Teatrale Italiano e d’ora in poi affidato nella sua programmazione all’amministrazione fiorentina.
Poi, ma in questo il capoluogo toscano non è il primo in Italia, a partire dal 14 febbraio verrà istituita la Firenze Card, che per il costo di 50 euro permetterà per tre giorni di entrare in un circuito di 33 musei e di fruire della rete di trasporti pubblici cittadini. L’accordo infine definisce il percorso per mantenere il ruolo strategico della Fondazione Maggio Fiorentino, cui verrà conferito il nuovo Auditorium progettato da Paolo Desideri dove il prossimo 21 dicembre con la 9. sinfonia di Beehtoven diretta dal Maestro Zubin Metha si concluderanno le celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia.
Ma il vero principio rivoluzionario è nelle premesse dell’accordo: la specificità di Firenze viene riconosciuta in base all’enorme pressione turistica sul centro storico, oltre 6,6 milioni di presenze alberghiere in un anno, e alla peculiarità del suo patrimonio artistico. Venezia, con oltre 20 milioni di turisti che insistono su un centro storico di soli 40.000 abitanti – 60.000 se si tiene conto anche delle isole – non tarderà a farsi sentire. Resta solo da vedere se anche Giorgio Orsoni, ripercorrendo le orme di Renzi, si troverà davanti ai cancelli di Arcore per ottenere ciò che Cacciari non è riuscito ad avere: il rifinanziamento della Legge Speciale o un accordo con il Soprintendete Sgarbi che ricalchi il modello fiorentino.