#RenziStaiSereno, non cresciamo per merito tuo!
01 Agosto 2017
di Carlo Mascio
Ormai è un film già visto. Ogni volta che l’Istat sforna nuovi dati sull’andamento dell’economia italiana, tutto il Pd renziano prende in mano smartphone e tablet e recita su Twitter e Facebook il solito ritornello: “le riforme dei #MilleGiorni e le misure del Governo funzionano”. Come dire: se cresciamo è merito nostro. È accaduto oggi con i dati Istat che mostrano un aumento degli occupati a luglio ma, al contempo, anche un tasso di disoccupazione che continua a salire (quest’ultimo dato assente nei post piddini), ma la stessa storia si è vista qualche giorno fa sui dati relativi alla fiducia dei consumatori e delle imprese.
Ora, non si tratta di dire che una ripresa, o ripresina come la chiama qualcuno, non ci sia. Né tanto meno si vogliono denigrare i dati positivi che emergono. Piuttosto è importante chiedersi da cosa derivano questi segnali di crescita: sono effettivamente naturale conseguenza delle “riforme” e delle “misure” dei governi Renzi e Gentiloni? La risposta è no. E il motivo è molto semplice. Le riforme e le misure assunte dai governi Pd in questi anni sono state ben poche. Non è stata fatta una riforma della burocrazia, della giustizia e soprattutto nessuna riforma del welfare e del lavoro. E qui qualcuno potrebbe dire: ma il Jobs Act che cos’è? Non può essere certo definita una riforma del lavoro. È la classica “misura bonus” di matrice renziana, che ha prodotto una bolla di assunzioni ma che, in fin dei conti, non ha diminuito il precariato.
Quindi, checché ne dicano i renziani duri e puri, di riforme importanti finalizzate ad adeguare sempre di più il sistema Italia ad un contesto globale, soprattutto di mercato, in continua evoluzione, non ce ne sono state. Così com’è assente una politica economica degna di questo nome. E a dirlo sono i numeri: come mai noi cresciamo la metà degli altri? Come mai il governo esulta per un Pil all’1,3% e non si accorge che gli altri corrono molto più veloci di noi? È evidente che manca una visione politica che dia una prospettiva. Detto ciò, torniamo alla domanda iniziale: quindi come mai si torna a crescere anche di poco? Semplice: dopo aver toccato il fondo con la crisi economica, è naturale che ora in una fase globalmente positiva, i vari indici tendano a risalire. E il percorso normale, quasi automatico, di un’economia inserita in sistema europeo e internazionale che è in fase di ripresa. A maggior ragione considerando che il nostro paese ha di per sé una base e una vitalità economica abbastanza solida che quindi non si può fermare del tutto. Ora ad esempio è normale che dopo aver accumulato risparmi per dieci anni, qualcuno torni ad investire e consumare. Anche perché i risparmi in questi anni sono costantemente aumentati.
Quindi altro che “merito delle nostre riforme”! Anche perché, se andiamo a vedere, le misure dei governi Renzi e Gentiloni non hanno mica destrutturato la disastrosa politica economica varata dal governo Monti che di fatto, più che risollevare, ha innescato trend depressivi. Ma, come abbiamo già detto, Renzi si è limitato a mettere le classiche pezze in formato “bonus” che non hanno nulla a che vedere con misure di una politica economica organica. Tanto è vero che l’unica “politica”, se così si può chiamare, messa in atto da Renzi & Co. è stata il classico “tassa e spendi” tipico dei governi di sinistra. Le tasse infatti, in modo particolare con il governo Renzi, sono aumentate (12 miliardi in più rispetto a quelle del governo Monti) così come è aumentata la spesa pubblica. Ma di questi dati sui profili social dei renziani non c’è nemmeno l’ombra.