
Ricostruire l’Ucraina

04 Novembre 2022
Ricostruire l’Ucraina. Nel 1947, il Segretario di Stato americano George C. Marshall lanciò l’idea di un European Recovery Program (ERP) per la Ricostruzione dell’Europa distrutta dalla guerra nazifascista. Il programma passò alla Storia come “Piano Marshall”. Il Piano prevedeva che gli Stati Uniti fornissero prestiti per finanziare la ricostruzione europea e l’invio di beni, materie prime e generi alimentari nel Vecchio Continente.
Tra il 1948 e il 1952, gli Usa fornirono 12 miliardi di dollari di allora, 142 miliardi di euro odierni, a 16 Paesi europei, esclusi quelli finiti sotto l’ombrello di Mosca (Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia). Il Piano Marshall favorì la ripresa economica europea, aprendo nuovi mercati alle imprese Usa.
Un nuovo Marshall per l’Ucraina
Oggi l’Occidente dovrebbe fare un nuovo Piano Marshall per ricostruire l’Ucraina distrutta dalla guerra di Putin. Si tratta di ragionare sul lungo periodo, progettando la ricostruzione a lungo termine di un Paese distrutto. Gli europei in particolare debbono prendersi cura di Kiev, dal punto di vista finanziario economico sociale. Secondo le istituzioni ucraine servirebbero 760 miliardi per la ricostruzione. La Ue parla di 400 miliardi, il cancelliere tedesco Scholz di mille.
La Bei, Banca europea per gli investimenti, chiede uno sforzo globale, non solo europeo, per l’Ucraina. La Ue chiede che la ricostruzione coinvolga G7 e G20 insieme alle altre istituzioni finanziarie internazionali. La presidente della commissione europea von Der Leyen ha citato apertamente il Piano Marshall. In Ucraina vanno ricostruite strade, scuole, ponti, palazzi, infrastrutture energetiche. Sarà il primo passo nel processo di avvicinamento e integrazione dell’Ucraina nella Unione.
La Russia paghi risarcimenti di guerra
Il vicepresidente Dombrovskis, parlando a Riga, in Lituania, ha chiesto che la Russia paghi i risarcimenti di guerra utilizzando gli asset russi congelati dalla comunità internazionale. Nel Regno Unito, Boris Johnson medita di aprire una fondazione pro Kiev.
L’Italia di Giorgia Meloni non può farsi cogliere impreparata da questa sfida. Il Piano Marshall per l’Ucraina potrebbe essere un volano per la ripresa economica nell’Eurozona. Le imprese italiane già presenti in Ucraina, da Webuild e Buzzi Unicem, vanno sostenute e occorre aprire nuove rotte che favoriscano il nostro export verso Kiev. Insieme a quelle dell’associazionismo e della cooperazione internazionale. (Fine della prima puntata, continua…)