
Russia, le lotte di potere all’ombra del Cremlino

21 Dicembre 2007
Il cadavere di un uomo annegato nella sua piscina con mani e piedi
legati non è il set di un telefilm americano, ma la scena di un delitto che fa
tremare le oligarchie del Cremlino. La vittima è Oleg Zhukovsky, top-manager di
VTB, la seconda banca russa e la numero uno per capitalizzazione, con un
patrimonio stimato all’aprile 2007 di 52 miliardi di dollari, che sta
disfacendo gli equilibri di potere incentrati sul Cremlino.
Omicidi eccellenti. Odintsovo è un lussuoso quartiere nei pressi di
Mosca. Il 6 dicembre una delle tante dacie terreno riservato dell’aristocrazia
finanziaria moscovita è diventata il luogo di un delitto. Le ultime parole di
Oleg Zhukovsky sono scritte a mano su un biglietto: “Sono davvero stanco della
vita. Non è colpa di nessuno”. Questo commiato così laconico colpisce per la
preoccupazione di scagionare qualcuno – specialmente quando le modalità di una
morte del genere contraddicono palesemente l’ipotesi del suicidio, pista
investigativa che la polizia ha subito abbandonato per aprire un’inchiesta per
omicidio. Sarebbe irrealistico credere all’ipotesi del suicidio quando ci sono
tracce di effrazione nella casa di Zhukovsky e il suo corpo presenta evidenti
tracce di tortura. Ma la morte violenta di un banchiere scavalca l’ambito della
criminalità per addentrarsi nella penombra dove gli affari si confondono col
potere. Se poi lo scenario è la Russia, allora le distinzioni formali si
vaporizzano, lasciando spazio ad un coacervo di forze in lotta per il
predominio sulle risorse della potenza russa. Zhukovsky era uno dei principali
dirigenti della banca VTB, uno dei polmoni bancari che finanziano il
capitalismo russo sotto la ferrea egida dello stato – lo stesso che fino al
dicembre 2006 controllava il 99,9% di VTB, scendendo dallo scorso gennaio al
50,1%. VTB è il cordone ombelicale tra lo stato, cioè il Cremlino, e
l’economia. Dove arriva lo stato, arriva anche VTB. L’ultimo esempio è l’India.
Il primo ministro Zubkov infittisce i rapporti con l’India e VTB inaugura la
sua filiale a Delhi per celebrare la cooperazione tra Russia e India. La
politica estera è anche annodata all’economia e al potere interno. La crisi di
liquidità che ha prosciugato i mercati internazionali è affrontata in Russia
con una stretta sinergia tra governo, banca centrale e istituti di credito per
iniettare capitali nel sistema economico. La politica del presidente di VTB,
Andrey Kostin, supera l’interesse del banchiere, perché punta ad impedire che
la corsa alla liquidità si traduca in una destabilizzazione delle grandezze
macroeconomiche. Parole degne di uno statista – forse perché Kostin parlava
seduto al fianco di Putin?
Ecologia ed ecomafia. L’ultimo incarico di Zhukovsky era la
responsabilità sulla concessione di ingenti crediti all’industria della
deforestazione. Per numero di lavoratori e risorse impiegate, l’industria della
deforestazione è pari a quella petrolifera. Ma la sua ascesa è appena iniziata.
Abbattere le foreste in modo indiscriminato è il nuovo business su cui i
tentacoli della criminalità si sono avvinghiati. Centinaia di milioni di
dollari che vanno in fumo bruciando anche vaste superfici perché il crimine non
persegue la tutela dell’ambiente. La Russia ha la percentuale più bassa al
mondo per superficie di foreste sotto tutela, nonostante il patrimonio boschivo
russo sia pari a quello di Brasile e Canada messi insieme. Il primo ministro
Zubkov ha avviato una riforma generale del settore, per promuovere cospicui
investimenti ed estendere la filiera industriale anche alla lavorazione. Impiantare
nuovi rami produttivi nel ciclo di lavorazione del legno serve ad impedire che
la Russia resti soltanto un grande magazzino verde. Il primo effetto di questa
svolta stratetica è stata la modifica della legislazione. Tuttavia le nuove
regole risultano opache e diffondono ambiguità. Ma il colpo più duro è stato
l’annullamento di ogni contratto precedente all’entrata in vigore dei nuovi
regolamenti. In questo modo il business del legno si è degradato in un far west
dove l’unica legge è quella delle armi.
Mosca underground. La morte di Zhukovsky potrebbe non essere un fatto
isolato. Il suo omicidio traccia una scia di sangue che nasce proprio dentro
VTB. Alexander Plokhin, il responsabile della sede sud di VTB a Mosca, fu
assassinato da due sconosciuti nello scorso ottobre con un colpo d’arma da
fuoco alla testa. La procura di Mosca sostiene che l’assassinio presenta i
tratti tipici dell’omicidio su commissione. Lo sparo risuona nell’opinione
pubblica, perché quel proiettile penetra nel cranio di Plokhin il giorno dopo i
funerali della giornalista Anna Politkovskaya, uccisa secondo modalità
analoghe. Non finisce qui. A settembre anche il vice-presidente della Banca
Centrale russa, Andrei Kozlov, fu ucciso con colpi d’arma da fuoco alla testa e
al collo. Troppe concessioni revocate a banche colluse con il riciclaggio di
denaro sporco. “Contract killing” è il gergo americano per designare gli
omicidi su commissione – mafia. In Russia l’applicazione della legge può
costare cara, anche alla Banca Centrale. La successione a Putin sembra una
pratica scontata. Se in una democrazia l’avvicendamento tra due governi si
ripercuote su una estese filiere di nomine e contratti pubblici, figurarsi in
un’autocrazia dove ogni sussulto del vertice fa tremare fino gli angoli più
remoti. La potenza di Putin si appoggia su circuiti economici dove mercato
significa monopolio e la legge è interpretata, e quindi applicata, a seconda
dell’interesse delle autorità che normalmente coincidono con l’interesse del monopolista. Quando
la suprema autorità rischia di cadere da cavallo per questo intralcio chiamato
democrazia allora scatta il corto-circuito finanziario. La tutela degli
interessi non è più garantita e, come nei mercati azionari, si attivano le
prese di posizione per correre ai ripari – solo che in Russia si usano le armi
per risolvere i problemi sui conti correnti. I soldi scavano cunicoli
sotterranei tra le cripte del Cremlino, mentre in superficie il potere ostenta
una patina rocciosa. Come nel gioco della morra, il pugno di ferro di Putin può
finire fasciato in queste cartoline dall’underground russo – ovviamente in
carta filigranata.