La Russia verso la peggior recessione dai tempi dell’Urss

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La Russia verso la peggior recessione dai tempi dell’Urss

La Russia verso la peggior recessione dai tempi dell’Urss

07 Maggio 2022

Se almeno un paragone può essere fatto tra la Russia di oggi e la Germania nazista è quell’incoscienza sciovinista di una nazione felicemente in corsa verso il baratro. Sia l’effetto della costante manipolazione dell’opinione pubblica nel ventennio putiniano o di un certo esasperato nazionalismo innato nell’anima del Paese, il popolo russo non sembra accorgersi dei pericoli e si crogiola in illusioni di potenza che non esistono. Illusioni militari, ma anche economiche.

Addirittura Mosca pensa di aver superato con un agile saltello la maglia delle sanzioni economiche mondiali perché il rublo ha riacquistato valore, non c’è stato default e gas e petrolio se non andranno all’Europa troveranno comunque un acquirente tra i regimi orientali assetati di energia. Non è così la realtà, perché ci vorranno anni per adeguare le “rotte” dei gasdotti e il default non è ancora scongiurato. Oltretutto, il 60 per cento delle riserve in valuta estera della Russia sono congelate.

I dati della Banca mondiale sull’economia in Russia

I numeri della Banca mondiale fotografano un’economia danneggiata in profondità: crollo del Pil previsto dell’11,2 per cento (e la situazione potrebbe peggiorare), calo dell’export del 30,9 per cento e dell’import del 35,2 per cento. Con un’inflazione a fine anno del 22 per cento. La capacità produttiva e industriale è seriamente indebolita dalle sanzioni e l’embargo di molte componenti. La domanda interna si sta contraendo e costringerà prima o poi le fabbriche a chiudere. Mentre il saldo netto positivo dell’export di gas potrebbe servire esclusivamente a sostenere i tassi di cambio del rublo.

Nonostante tutte le inefficienze dell’Urss, incapace di pianificare persino quante stringhe per le scarpe produrre, Mosca riusciva al tempo stesso a volare intorno alla Luna. Eppure fu proprio la corsa allo spazio a dare uno dei colpi definitivi alla sfiancata economia sovietica. Le sanzioni potranno non essere sufficienti a bloccare l’invasione in Ucraina, ma per la Russia si delinea una crisi strutturale ai livelli del crollo dell’Urss. Da affrontare con un Pil di poco superiore a quello della Spagna.