Saakashvili usa metodi sovietici. E intanto le proteste proseguono
24 Settembre 2012
La situazione politica in Georgia continua ad essere molto dinamica e i recenti scandali delle carceri metteranno a dura prova le elezioni parlamentari indette per il 1° ottobre 2012. A seguito dello scandalo delle torture che ha scioccato l’intera popolazione del paese, i rappresentanti della squadra di Saakashvili sono diventati ancora più aggressivi nella lotta per il mantenimento di potere.
Nonostante le dimissioni del ministro dell’interno, Bacho Akhalaia, che sembrerebbe uno dei responsabili principali dell’istituzionalizzazione delle torture, e nonostante le promesse del presidente georgiano di punire i responsabili, appare molto difficile da credere che il regime locale in Georgia fosse all’oscuro delle pratiche disumane adoperate dalla polizia e all’interno delle carceri del paese. Questo perché, il controllo di Saakashvili sul paese, è pressoché totale e la presenza dello Stato s’avverte in ogni ambito.
Inoltre, sebbene le manifestazioni contro l’attuale regime proseguano ininterrottamente in ogni angolo del paese, il presidente Saakashvili è tornato con il suo solito tono minaccioso e ha addirittura cercato di giustificare l’accaduto. Secondo lui, mentre i colpevoli dovrebbero essere puniti, tali pratiche sarebbero all’ordine del giorno anche in paesi dell’Europa Occidentale e negli Stati Uniti, e quindi, non dovrebbero provocare proteste di siffatta portata. Rimane difficile capire, evidentemente, di quale Europa Occidentale parlasse il presidente georgiano. Sostenere che la tortura sia una pratica ricorrente in Europa, è alquanto insolente.
Alcuni analisti politici locali e gli attivisti dei partiti dell’opposizione della Georgia, inoltre, riferiscono che per poter in qualche modo "risanare" l’immagine del suo (di Saakashvili) partito sia in corso una nuova "operazione governativa" per lo screditamento dei partiti dell’opposizione. C’è la volonta politica pressante all’interno del partito di maggioranza di spostare l’attenzione verso le nuove vicende politiche architettate perfettamente. Se rammentiamo che la polizia e la giustizia sono direttamente subordinati al presidente Saakashvili, possiamo facilmente intuire la vastità delle risorse nelle mani del governo.
E infatti, gli esponenti del regime di Tbilisi hanno cominciato ad accusare alcuni simpatizzanti del partito politico dell’opposizione, Georgian Dream. In ogni caso, rimane difficile comprendere in che modo il partito dell’opposizione possa essere responsabile dell’operato del governo e delle sue istituzioni.
È importante sottolineare il metodo con cui il Partito di Saakashvili sta conducendo la sua battaglia politica verso i suoi oppositori. Il metodo è in perfetto stile sovietico: "contro-accusare" laccusatore e, quindi, confondere le acque.
Comunque non resta che aspettare le elezioni parlamentari per poter verificare quale sarà la risposta del popolo georgiano. Per noi occidentali è importante capire quale sarà il futuro politico della Georgia e come agire nei confronti del attuale regime di Saakashvili che non ha mai mantenuto le promesse per la democratizzazione del paese in cambio dell’appoggio politico ed economico dei paesi dell’Occidente.