Salvate il soldato Renzi! Da Letta, da Brunetta… e da stesso
06 Luglio 2013
Salvate il soldato Renzi! Liberatelo dalle manie di persecuzione, da quell’inguaribile frenesia che lo spinge quotidianamente a scoprire complotti e manovre contro la sua persona al solo fine di alimentare una caccia alle streghe.
Dopo aver vivacizzato la dialettica politica italiana, immettendo un tocco di colore e di sana linfa vitale nel circuito pubblico, il sindaco gigliato ha dichiarato guerra all’universo intero, ed autoproclamatosi generale d’armata del “nuovo corso” repubblicano ha finito per impantanarsi nelle sabbie mobili della propria vanità.
Oggi, asserragliato nell’ufficio al piano nobile di Palazzo Vecchio, il “Rottamatore” scruta con la faccia imbronciata l’orizzonte su cui si addensano le ombre minacciose dei nemici: gli irriducibili “dinosauri” democratici, risvegliatisi dal letargo e disposti a tutto pur di impedirne la candidatura a segretario del partito; il suo antico sodale democristiano Enrico Letta, il quale mal sopporterebbe la presenza di una mina posta sotto le impalcature del governo; addirittura il vescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, new entry dell’antirenzismo, reo di aver trasformato un’omelia ai fedeli in strumento di lotta politica.
Suvvia, signor sindaco, La smetta una buona volta di fornire di sé l’immagine dell’eterno giovane che sente il bisogno di presentarsi come vittima designata del sistema di potere gerontocratico. Il vero problema non è il fuoco di sbarramento degli avversari, che pure non mancano, ma il tatticismo esasperato, il conseguente deficit di strategia, la totale assenza nei Suoi ragionamenti, fatti salvi alcuni slogan americaneggianti, di una visione di insieme, di una reale prospettiva di futuro possibile. Quali sono, ad esempio, i punti cardine del pensiero renziano, quali le figure decisive nella formazione politica e culturale del sindaco di Firenze?
L’innegabile talento nel body language, la perfetta padronanza dei più sofisticati strumenti di comunicazione, non sono sufficienti di per sé a coprire un vuoto di elaborazione politica e programmatica.
In attesa che egli dia finalmente un senso alla propria storia, per non finire strozzato dal suo stesso rampantismo, salvate il soldato Renzi!