Se Emiliano sa qualcosa lo denunci, non è con le dichiarazioni improvvide che si aiuta la giustizia

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Se Emiliano sa qualcosa lo denunci, non è con le dichiarazioni improvvide che si aiuta la giustizia

Se Emiliano sa qualcosa lo denunci, non è con le dichiarazioni improvvide che si aiuta la giustizia

07 Settembre 2012

Michele Emiliano ha gettato il sasso nello stagno sperando di cogliere tutti di sorpresa, ma al Pdl barese le dichiarazioni del sindaco non sono proprio piaciute. Il primo cittadino di Bari, durante una sua comparsata sui canali Telebari, ha detto che in città “si sta preparando, insieme alla criminalità organizzata, quello che sarà il passaggio politico della fine della mia amministrazione” insinuando di accordi raggiunti tra una parte del consiglio comunale e la criminalità organizzata. L’opposizione non ci sta ed ha levato gli scudi: senza troppi fronzoli, la minoranza ha chiesto a Emiliano – ex magistrato antimafia e uomo della legge – di fare i nomi e denunciare, perché così si ha solo l’impressione di una boutade buona per riprendere a polemizzare sulle pagine dei giornali.

“Si tratta di dichiarazioni di una gravità inaudita – tuona l’opposizione – e offendono la politica nel suo insieme”.  Essere convinti che ci siano consiglieri comunali pronti a stringere accordi con le mafie locali, per una manciata di voti in più, è un’accusa grave che getta ombre su tutto il sistema politico cittadino e che non rispetta il voto dei baresi, unici detentori del diritto di scelta. Emiliano, insomma, questa volta l’ha fatta grossa e, secondo il vicepresidente dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello, quelle del sindaco sono “dichiarazioni improvvide che per la loro allusiva genericità hanno tutta l’aria di pizzini”.

Ed è proprio il carattere vago di quelle parole a gettare dubbi sulle frasi di Emiliano: che il sindaco abbia cavalcato l’ondata di criminalità piovuta su Bari in queste settimane per riaccendere le polemiche settembrine sembra essere, davvero, l’unica spiegazione possibile. Michele Emiliano, poi, sa bene come funziona, sa come tutti dov’è la Procura e conosce, da sindaco, ogni singolo commissariato della città: perché, dunque, non rivolgersi a loro per denunciare nella sede opportuna la storia raccontata a Telebari? Perché parlarne proprio in tv, seminando panico e gettando fango su i suoi colleghi in consiglio comunale?

Il momento per gettare un sasso così, poi, non è per niente propizio: l’estate dei baresi è stata un costante déjà vu perché in città si è ritornati a respirare l’aria, amara, degli anni Novanta. Sparatorie e delitti non hanno spaventato il sindaco che, invece, ha alzato il tiro delle polemiche quando avrebbe dovuto rassicurare tutti comportandosi come conviene a chi riveste un ruolo istituzionale, senza lasciare spazio ad inutili polemiche.

A Roma, però, qualcosa in questi giorni si è mosso grazie all’intervento dell’ex sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, che ha incontrato i ministri dell’interno e della Giustizia Annamaria Cancellieri e Paola Severino, insieme al vicepresidente del Csm Michele Viesti. Come sottolinea Quagliariello, “gli impegni assunti sul fronte della sicurezza e della funzionalità degli uffici giudiziari di Bari sono una buona notizia per il territorio” e riportano sui binari giusti il rapporto tra politica e giustizia. “La politica – conclude il vicepresidente vicario dei senatori Pdl – si occupa di rendere la giustizia efficiente, piuttosto che prodursi in dichiarazioni improvvide”. Proprio come lo sono state quelle del sindaco di Bari, Michele Emiliano.