Se il Berlusconi modello Pascale cede al politicamente corretto
02 Luglio 2014
E così, facendosi spazio tra mugugni e mal di pancia interni, il Berlusconi modello Pascale spiazza big e peones azzurri diramando una nota ufficiale: «Quella per i diritti civili omosessuali è una battaglia che in un Paese davvero moderno e democratico dovrebbe essere un impegno di tutti».
La svolta arriva poche ore dopo l’iscrizione all’Arcigay di Francesca Pascale, fidanzata sempre più influente, e di Vittorio Feltri, una volta megafono (oggi un po’ in disuso) del berlusconismo di lotta e di governo. Un’adesione, hanno sottolineato i due, che nasce dalla condivisione delle «battaglie in favore dell’estensione massima dei diritti civili e della libertà».
La compagna del leader di Forza Italia si è detta infatti favorevole anche alle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso. Non è dato sapere come la pensi l’ex premier su questo punto specifico, dal momento che la sterzata sui diritti civili non viene per ora condita di proposte concrete. Non si capisce se il timbro di Arcore equivalga a certificare una prossima benedizione in Parlamento sul matrimonio omosessuale ed appunto sulle adozioni per coppie dello stesso sesso.
Va da sé che occorre rispondere alla giustissima domanda di rispetto e di tutela civile di ogni relazione affettiva e di ogni orientamento sessuale. Ma la battaglia per i cosiddetti “nuovi diritti” non può in alcun modo scadere nelle sin troppo facili equiparazioni, finendo per stravolgere i princìpi stessi della tradizione nazionale.
All’interno del suo partito avranno modo e tempo, si spera, di approfondire la questione, ma non può essere taciuto il timore che Berlusconi abbia finito per cedere al politicamente corretto, rivelando una subalternità culturale alla sinistra. L’importante è che il suo non sia un tentativo di snaturare l’istituto familiare così come lo disegna la Costituzione. Su questo saremo vigili, e non faremo sconti.