
Se il Jobs Act funziona solo d’estate

03 Ottobre 2017
di Carlo Mascio
Istat chiama, Renzi (e il Pd) risponde. Su Twitter. Il giochino, ormai, è ben rodato. Ogni volta che l’Istat sforna nuovi dati su crescita e lavoro, il Pd si riversa sui social per dire “avevamo ragione noi”, oppure “dateci ascolto sul futuro”. Questo, ovviamente, solo quando i numeri sono (apparentemente) positivi. Com’è accaduto oggi: stando ai dati, ad agosto la disoccupazione è scesa dello 0,2%, attestandosi all’11,2%. Quanto basta a Renzi per cinguettare: “Il #JobsAct funziona”.
Ma le cose non stanno proprio così. Anzitutto, sempre stando ai numeri Istat, i dipendenti a tempo indeterminato sono diminuiti di 2mila unità. E poi, cosa assolutamente non secondaria, l’aumento degli occupati si deve principalmente all’attivazione di contratti a termine che, come è noto e come abbiamo già detto altre volte, nella stagione estiva tendono ad avere un trend positivo. A maggior ragione quest’anno che ha fatto registrare un vero boom di turisti in Italia. E una conferma a quanto si sta dicendo, arriva dal fatto che, come accaduto a giugno, a salire è l’occupazione femminile che, soprattutto nella stagione estiva, in particolare nel comparto del turismo, registra una crescita. Ad agosto, infatti, quelle con un posto sono aumentate di 47mila unità.
Se a questo aggiungiamo che a fronte di un aumento dei contratti a termine, i contratti stabili, proprio quelli che il Jobs Act avrebbe dovuto incentivare, sono invece calati mese su mese e rappresentano solo un sesto dei nuovi posti creati nell’ultimo anno, allora, forse, dire, come fa Renzi, che sono gli altri a voler negare i successi della “politica del lavoro” del suo governo, è un tantino esagerato.
In ogni caso, la controprova si avrà con i dati relativi ai mesi di settembre e ottobre, quando gli ombrelloni sono chiusi e il cocco sulle spiagge non si vende più.