Senza l’atomo all’Italia restano alti costi energetici e più inquinamento

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Senza l’atomo all’Italia restano alti costi energetici e più inquinamento

Il nucleare deve rimanere un’opzione energetica per il paese. La cosa peggiore sarebbe una reazione improvvisa e una decisione presa senza dibattito ad un evento tragico, ma difficilmente ripetibile. Il Ministro Romani giustamente dice che “scelte così importanti per il nostro futuro non possono essere fatte sulla base di ondate emotive o di strumentalizzazioni politiche. Bisogna invece procedere sulla base di linee razionali, forti e condivise anche a livello comunitario.” Ma questo non vuol dire spospendere a tempo indeterminate il nucleare in reazione agli eventi del Giappone.

Una pausa di riflessione è necessaria, e questo è condiviso da tutti. Bisogna aspettare i risultati dei vari stress test in via di compimento in Europa. Tuttavia il caso e la necessità per l’ energia nucleare con impianti di terza generazione non è cambiato negli ultimi due mesi. I rischi del cambiamento climatico, i problemi al riguardo dell’approvviggionamento e della sicurezza delle risorse energetiche, ed il problema di un elevato costo dell’elettricità rimangono. Non sono cambiati a causa dell tragedia di Fukushima. Quello che è cambiato sono la percezione dei rischi, la sensibilità ai rischi e l’accettabilità dei rischi dell’energia nucleare. Quindi senza l’atomo l’Italia ritorna agli scenari che si prefiggevano due o tre anni orsono: alti costi, poca sicurezza in materia di risorse, e rischi di non raggiungere gli obiettivi europei in tema di emissioni di CO2 a lungo termine. 

La pausa di riflessione deve essere usata per discutere, analizzare e poi delineare una strategia energetica di lungo termine. In qusto caso è più che benvenuta la Conferenza per l’Energia che sarà convocata subito dopo l’estate, ed una nuova strategia energetica che rafforzi e potenzi il sistema produttivo ed energetico italiano per il prossimo ventennio, come ha annunciato il Ministro Romani. Tale conferenza e strategia avrebbero dovuto essere state realizzate già l’anno scorso, ed è quindi essenziale che si svolgano quest’anno. Sia la Conferenza che la susseguente strategia nazionale però devono essere affrontate con una mente aperta ed in maniera razionale, non chiudendo la porta a nessuna tecnologia, specialmente una così importante come il nucleare. Sarebbe un errore vedere tale strategia solo come un’occasione per discutere di rinnovabili (importanti come sono) e per chiudere il discorso sul nucleare.

L’industria nucleare ha imparato ed imparerà molto dagli ultimi eventi. I costi di produzione probabilmente aumenteranno in seguito ad ulteriori misure di sicurezza richieste dalle varie agenzie di regolamentazione. Ciononostante il nucleare rimane una tecnologia economicamente competitiva per la produzione di energia di base (molte rinnovabili non possono al giorno d’oggi essere usate come energia di base) – anche dopo che i costi di decommissionamento sono inclusi. In aggiunta, nella stessa maniera in cui era stata presentata alcuni mesi fa, l’energia nucleare porta altri benefici in termini di produttività, supporto per lo sviluppo tecnologico, e per la ricerca. Un paese moderno ed avanzato come l’Italia non può lasciare una decisione di tale importanza in balia di emozioni e demagogismo. Il nucleare deve rimanere una possible opzione per l’energia in Italia.