
“Serve uno scudo penale per tutelare imprenditori e operatori sanitari”. Intervista a Maurizio Sacconi

15 Maggio 2020
di Carlo Mascio
L’equiparazione del contagio da Covid-19 ad infortunio sul lavoro, come previsto dall’art. 42 del decreto CuraItalia, sta facendo discutere. Come abbiamo già avuto modo di dire, sugli imprenditori grava di fatto una responsabilità penale in caso di contagio “in occasione di lavoro”. Peccato che, ad oggi, sia ancora impossibile stabilire con esattezza quando e dove un contagio sia potuto avvenire. Ragion per cui, urge un intervento che modifichi questa disposizione. Diversamente, molte aziende minacciano di non ripartire, già messe in ginocchio dal noto problema sulla liquidità. Ne abbiamo parlato con Maurizio Sacconi, già ministro del lavoro nel quarto governo Berlusconi.
Maurizio Sacconi, oltre alle difficoltà legate al blocco totale delle attività, l’art.42 del decreto CuraItalia mette a carico del datore di lavoro una responsabilità penale in caso di contagio da Covid19 dei suoi dipendenti, anche dopo aver adottato tutte le misure di sicurezza previste dalla nuova normativa in materia. Non le sembra un provvedimento ingiusto nei confronti di chi fa impresa?
Assolutamente si. Ho avuto modo di scriverne in più occasioni, sin dall’inizio dell’epidemia, sostenendo che le tante insicurezze che avrebbero inevitabilmente accompagnato la ripresa non si sarebbero dovute accentuare con il pericolo di immotivate responsabilità civili e penali dei datori di lavoro, indotte da una causa così tanto esogena come la pandemia. E le dirò di più..
Prego
Anche considerando le responsabilità per i gravi ritardi relativi all’approvvigionamento dei necessari dispositivi come reagenti, mascherine, camici monouso, alcool, pur essendo io fortemente critico nei confronti di chi ne è causa, non credo in ogni caso che le aule dei tribunali siano il luogo idoneo per un giudizio che deve essere prima di tutto morale e, se possibile, politico.
Pensa, dunque, sia giusto prevedere uno “scudo penale” per i datori di lavoro?
Certamente. Anzi, io sono favorevole a prevedere uno scudo penale generalizzato per tutti i comportamenti collegati all’evento pandemico e che non sono riconducibili ad una specifica ragione di reato, a partire dagli operatori sanitari fino ai decisori istituzionali, passando per i datori di lavoro.
Tornando alle norme sul lavoro, secondo lei, questa responsabilità penale che grava sull’imprenditore può rallentare la ripresa…
Se per un imprenditore avere certezze è un bisogno primario per fare impresa, per quale motivo aggiungere altre ragioni di insicurezza alle numerose già esistenti? E’ evidente che questo non è proprio un incentivo per quelle imprese che già di per sé non sanno se riaprire.
Come mai il governo non ha pensato alle conseguenze di questa norma: svista oppure pregiudizio anticapitalistico?
Volendo essere benevoli, ammettiamo pure che in un primo momento sia stata messa in primo piano, giustamente, la protezione dei lavoratori senza pensare alle conseguenze per i datori di lavoro. Ora però, è trascorso sufficiente tempo per riflettere di fronte alle continue richieste delle imprese. Quindi, il non aver fatto nulla per venire incontro a queste preoccupazioni, a mio parere è espressione di una cultura quanto meno indifferente, se non ostile al mondo dell’impresa.
Crede che i sindacati abbiano avuto un ruolo in questa vicenda?
Guardi, credo che il Governo non abbia bisogno di suggeritori per diffidare delle ragioni delle imprese. E poi lei ha fatto bene a parlare di sindacati al plurale…
Quindi dovremmo parlare di sindacato…
E’ evidente che il governo parla di fatto con un solo sindacato: la Cgil.
Secondo lei, ora come ora, quale soluzione si può adottare per sgravare i datori di lavoro?
La soluzione di per sé è molto semplice, basta prevedere una norma che sgravi il datore di lavoro da responsabilità in caso di contagio ove abbia rispettato tutte le disposizioni di legge e i protocolli speciali per la pandemia.
Se invece rimanesse tutto come ora?
Direi che sarebbe ancora più eroico fare impresa in Italia…