Sguardo nei sotterranei vaticani
31 Maggio 2012
Come anticipato tempo fa su l’ Occidentale, l’ attenzione delle agenzie spionistiche di mezzo mondo intorno ai sotterranei del Vaticano non poteva che andare a crescere; l’ esplosione dell’ affaire che ha portato all’ arresto di Paolo Gabriele, maggiordomo del Pontefice, è stata quindi accolta senza sorpresa dagli osservatori deputati a seguire le avvincenti storie d’ Oltretevere: un tocco romanzesco in una matassa fin troppo reale e suscettibile d’ influenzare equilibri internazionali.
E’ di queste ore l’ indiscrezione che il capo della Gendarmeria, l’ ex finanziere Giani, avrebbe chiesto ai nostri servizi segreti una collaborazione per la caccia ai "corvi" distributori di documenti riservati sulle attività del Papa e della Curia. In realtà, a quanto risulta, un soccorso agl’ investigatori del più piccolo Stato indipendente nel mondo sarebbe arrivato ben prima delle ultime, delicatissime, ore, e nessuno esclude che la svolta nell’ inchiesta, peraltro ancora aperta a diversi sviluppi, possa esser dovuta proprio all’ intervento di autorità esterne al governo della Chiesa, non necessariamente soltanto italiane.
Quella che si va combattendo nelle Sacre Stanze è una tenzone che riguarda e interessa, pur indirettamente, Obama e Hollande, Monti e Angela Merkel, Netanyahu e Cameron, senza dimenticare lo zar del Cremlino, Vladimir Putin. Gli elementi dell’ Intelligence impegnati su questa matassa forniscono ogni ora notizie, rumors, aggiornamenti ai rispettivi superiori e, immancabile, si è scatenata una gara nell’ anticipare i colleghi. I monsignori che contano qualcosa negli uffici della Segreteria di Stato hanno ricevuto l’ ordine tassativo di evitare contatti con estranei e limitare allo stretto necessario quelli con la stampa, sotto la stretta vigilanza di un Padre Lombardi reduce da diverse notti insonni.
La sensazione generale degli osservatori è che Benedetto XVI, tanto provato da faide e scandali quanto spiritualmente forte e determinato, questa volta dovrà faticare per indicare una via, retta e insieme praticabile, per uscire da zizzania e divisioni laceranti. La prove più imminente e significativa sarà la scelta del prossimo presidente dello Ior, dopo le dimissioni forzate di Ettore Gotti Tedeschi, mentre la disputa sulla conferma o meno di Tarcisio Bertone, dopo le ultime dichiarazioni pubbliche del Santo Padre sulla conferma di fiducia ai più stretti collaboratori, dovrebbe essere risolta. Salvo colpi di scena che, con questi chiari di luna, non si possono escludere.