Si può citare il catechismo in Rete?
29 Giugno 2015
Rimosso prima un post, e poi l’intero profilo facebook del viceparroco di Spongano, piccolo centro del Salento, “colpevole” di aver ammonito i propri parrocchiani: niente certificato per fare da padrini o madrine, nessuna possibilità di fare il catechista per chi, in queste ore, avesse festeggiato l’orgoglio omosessuale in rete, colorando con le tinte dell’arcobaleno le foto dei propri siti e pagine dei social network.
Eppure il catechismo della chiesa cattolica, nonostante il recente pronunciamento della Corte Suprema americana, ancora dedica all’omosessualità un articolo, il 2357, dove viene ricordato che “la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati»(239). Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati”. Pare difficile, quindi, conciliare il compito di un catechista con l’attivismo pro-gay.
Ma questo si può dire?
E sui social network, dove la libertà di insulto è quasi sempre impunita, si potrà ricordare il catechismo della Chiesa cattolica?