Siamo in la recessione, è ora di  tagliare le tasse e ridurre le spese

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Siamo in la recessione, è ora di tagliare le tasse e ridurre le spese

14 Novembre 2008

 

I dati della crescita del prodotto interno lordo nel terzo trimestre confermano l’arrivo della recessione per altro da tempo annunciata e già scontata nelle aspettative degli operatori.

La conferma statistica di ciò che era la naturale conseguenza degli accadimenti intervenuti in questi mesi non cambia il quadro preoccupante che ci troviamo di fronte, né in meglio, né in peggio. Occorre quindi evitare allarmismi e azioni impulsive per fare vedere che “il Governo fa qualcosa”.

Purtroppo per il nostro paese gli spazi sono molto limitati per una manovra con gli strumenti tradizionali di correzione del ciclo. La politica monetaria è gestita dalla BCE a Francoforte e tutt’al più il nostro Governatore Draghi potrà fare valere in quella sede l’esigenza di un allentamento delle condizioni monetarie per l’area nel suo complesso.

La politica di bilancio – da impiegare in chiave espansiva – ci è preclusa invece dalla esigenza di contenere il disavanzo e ridurre il debito. Tale vincolo ci è imposto non solo, e non tanto, dagli impegni presi nei confronti della UE nei successivi piani di stabilità presentati, quanto soprattutto dai mercati. Sono loro nella costante quotidiana azione di centinaia, di migliaia, di operatori che comprano e vendono titoli di Stato italiani a chiederci di rispettare gli impegni presi per correggere gli squilibri del nostro bilancio e fare scendere il nostro debito pubblico. Se non convinti della nostro impegno in tal senso ci sanzionano immediatamente – senza attendere le procedure di infrazione comunitaria – aumentando il premio al rischio richiesto per sottoscrivere i titoli della repubblica italiana che scadono in continuazione. E’ questo il vincolo più rilevante e cogente che ci troviamo a di fronte quando consideriamo manovra di sostegno all’economia.

Bene ha fatto, quindi, il nostro Ministro Tremonti a ripetere continuamente che ogni intervento deve essere compatibile con gli equilibri di finanza pubblica. In altre parole tutto ciò che il Governo vorrà fare dovrà trovare adeguata copertura. In caso contrario gli interventi di sostegno sarebbero rapidamente vanificati dall’aumento del tasso di interesse italiano, con effetti negativi per famiglie e imprese, e dalla prospettiva di dovere in un futuro non tanto lontano aumentare le tasse o tagliare le spese per compensare i maggiori pagamenti in conto interesse.

Volendo quindi dare sostegno a famiglie e imprese è indispensabile ricavare margini di manovra nel  bilancio. Riduzioni di imposte ad esempio, sicuramente uno strumento molto efficace per sostenere la congiuntura, dovranno essere accompagnate da tagli adeguati e credibili dal lato della spesa pubblica.

I settori su cui lavorare per ridurre le uscite sono a tutti ben noti: pubblica amministrazione, sanità e – perché no – spesa previdenziale. Occorre solo avere la capacità di presentare bene la manovra agli italiani: tagliamo le tasse, ma riduciamo le spese in questi comparti dove sprechi e privilegi sono sotto gli occhi di tutti. Occorre anche non avere paura di perdere qualche punto di consenso nei sondaggi.