Sinistra e arcobaleno. Fasti e fallimenti di una vecchia alleanza

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Sinistra e arcobaleno. Fasti e fallimenti di una vecchia alleanza

Sinistra e arcobaleno. Fasti e fallimenti di una vecchia alleanza

12 Dicembre 2007

Un partito comunista nostalgico
dell’Urss, un altro partito comunista movimentista e terzomondista, un partito
di ex-comunisti convertiti alla socialdemocrazia ma non disponibili a un’ulteriore
metamorfosi sul modello dei democratici Usa, e un partito verde: l’assortimento
che in Italia sta dando vita alla cosidetta Sinistra Arcobaleno è variato e
anche bizzarro, ma tutt’altro che inedito. Anzi, in Europa ormai la maggior
parte delle formazioni a sinistra della socialdemocrazia che sono
sopravvissute alla caduta del Muro di Berlino corrispondono appunto a una
schema del genere.

La più nota è la Izquierda Unida (Iu) spagnola, la
Sinistra Unita, nata nel marzo 1986 su iniziativa dei partiti che avevano
condotto e perso la campagna per il no al referendum sull’adesione della Spagna
all’Unione Europea. Il più importante dei promotori era il Partito Comunista di
Spagna (Pce), che dopo essersi ridotto ai minimi termini aveva appena espulso
il leader eurocomunista Santiago Carrillo. La mossa aveva permesso un riavvicinamento
col filo-sovietico Partito Comunista dei Popoli di Spagna (Pcpe), originato da
una scissione anti-Carrillo. C’erano poi il Partito di Azione Socialista
(Pasoc), nato da una scissione a sinistra dal Psoe contro il moderatismo di
Felipe González; la Sinistra Repubblicana (Ir), già forza di governo della
Seconda Repubblica; la Federazione Progressista (Fp), nata da una scissione
ecologista dal Pce; il Partito Carlista, ala di un antico partito monarchico
che si era spostata all’estrema sinistra; e il Partito Umanista, gruppetto che
unisce a idee ecologiste altri principi di una specie di setta di origine
sudamericana. Dopo un inizio deludente la Sinistra Unita è venuta via via consolidandosi
come terza forza politica di Spagna. Gran parte dei soci originari se ne sono
però andati o si sono dissolti, e in realtà oggi la Iu corrisponde
semplicemente al Pce più un gruppo di verdi catalani e alcuni indipendenti,
variamente associati a repubblicani e regionalisti in varie situazioni locali.
Alle politiche del 2004 ha
avuto il 4,96% dei voti, 5 deputati e 2 senatori, e alle europee è
ulteriormente scesa a un 4,15% che è il suo minimo storico, anche se alle
ultime municipali è un po’ risalita, fino al 6,63%. Ma lì, appunto, contano
molto le intese locali.

Quasi subito, l’esempio della
Sinistra Unita spagnola fu seguita nel 1987 dalla formazione della Coligação Democrática Unitária (Cdu) nel
vicino Portogallo: una Coalizione Democratica Unita tra lo storico Partito
Comunista Portoghese (Pcp) e un piccolo Partido
Ecologista “Os Verdes”
(Pev) nato cinque anni prima. Più ancora
della Iu spagnola la Cdu portoghese è però una semplice “fronte” di copertura
dei comunisti, secondo antichi modelli staliniani. Sui 14 deputati che la Cdu
ha preso alle politiche del 2005, pari al 7,54%, appena 2 sono infatti verdi.
In realtà, più simile alla Sinistra Arcobaleno italiana potrebbe forse considerarsi
in Portogallo il rivale Blocco di Sinistra (Be): nato nel 1999 dall’incontro
tra la maoista Unione Democratica Popolare (Udp), il trotzkysta Partito
Socialista Rivoluzionario (Psr) e Politica XXI. Quest’ultimo, un movimento nato
a sua volta dalla confluenza tra cattolici di sinistra e dissidenti del Pcp, e
abbastanza simile a Rifondazione (mentre al Pcp somiglia piuttosto il Pcp). Il
Bòcco di Sinistra ha avuto nel 2005 il 6% dei voti e 8 deputati.

Anche in Grecia c’è una simile
divisione tra i nostalgici dell’Urss duri e puri del Partito Comunista di
Grecia (Kke) e quella Coalizione della Sinistra Radicale (Syriza) le cui
origini sono nell’eurocomunista Partito Comunista di Grecia dell’Interno
(Kke-E), nato nel 1968 da una scissione più o meno contemporanea alla Primavera
di Praga. Uniti dal 1989 nella coalizione elettorale Synaspimos, i due partiti litigarono nel ’91 dopo la scomparsa
dell’Urss: il Kke riprese la sua autonomia, gli eurocomunisti trasformarono il Synaspimos in partito, e nel 2004
attorno ad esso è stata costruita la Syriza, con l’adesione anche dalla
Sinistra Comunista Ecologica Rinnovata (Akoa), creata da altri ex-comunisti
dell’”interno”; dalla Sinistra Internazionalista dei Lavoratori (Dea),
trotzkysta; dal Movimento per l’Unione dell’Azione di Sinistra (Keda), nato da
una scissione del Kke; dai Cittadini Attivi, movimento del vecchio leader di
sinistra Manolis Glezos. In seguito si sono aggiunte l’Organizzazione Comunista
di Grecia (Koe), maoista; il Movimento Socialdemocratico (Dikki), nato da una
scissione del partito socialista Pasok; Intervento Ecologico, gruppetto verde;
l’Unione Sociale dei Gruppi Sociali Trasversali (Leyko), gruppetto di origine
centrista. Una galassia eterogenera che però alle ultime politiche ha avuto un
buon risultato, col 5,05% dei voti e 14 seggi.

Nella lista c’è poi la Sinistra
Verde (Gl), che nacque nei Paesi Bassi nel 1989 e in cui in effetti di verdi
veri e propri non ce n’erano. I quattro fondatori furono infatti il Partito
Comunista dei Paesi Bassi (Cpn); il Partito Pacifista Socialista (Psp), nato
nel 1957 da una scissione anti-Nato dei laburisti; il Partito Politico dei
Radicali (Ppr), formato da nel 1968 da una scissione a sinistra di due partiti
cattolico e calvinista; e il Partito Popolare Evangelico (Evp), nato a sua
volta nel 1981 da un’ulteriore scissione democristiana a sinistra. Tra 1989 e
1991 il cartello si trasformò poi in un nuovo partito, in cui quelli fondatori
si fusero, cessando di esistere. Dopo aver avuto 6 deputati nel 1989 e 5 nel
1995 la Sinistra Verde raddoppiò nel 1998 in concomitanza con il passaggio dei
laburisti al governo, passando a 11 eletti. Ma dopo essere scesa a 10 nel 2002
è ulteriormente calata a 8 nel 2003 e nel 2006, anche in concomitanza col boom
degli ex-maoisti del Partito Socialista (Sp), diventati alle ultime elezioni il
terzo partito con 22 eletti. Come percentuale, l’Sp sta al 16,6%; la Sinistra
Verde al 4,6.

Pure al 1989 risale la fondazione
in Danimarca della Lista Unitaria-Alleanza Rosso-Verde, fondata nel 1989 dal
Partito Comunista di Danimarca (Dkp), dai Socialisti di Sinistra (Sv) e dal
trozkysta Partito Socialista dei Lavoratori (Sap), cui nel 1991 si aggiunse il
maoista Partito Comunista dei Lavoratori (Kap). Il Kap fu però poi cacciato nel
’92 su richiesta dei comunisti, e si sciolse nel ’94. Gli altri tre partiti
continuano a esistere, anche se l’Alleanza ha un tesseramento autonomo. Non è
però un movimento in gran salute. Al voto dello scoso 13 novembre ha avuto
appena il 2,2% dei voti e 4 deputati, perdendone 2.

Recentissima è infine la nascita
in Germania del partito che è stato ribattezzato semplicemente La Sinistra: Die Linke. È stato creato il 16 giugno
2007 dalla fusione tra due partner. L’uno il Partito di Sinistra (Linkspartei): nuova denominazione dal
2005 di quel Partito del Socialismo Democratico (Pds) in cui si era trasformato
nel 1990 l’ex-Partito di Unità Socialista (Sed) già dominante nell’ex-Ddr, e
che in effetti prendeva voti solo all’Est; l’altro l’Alternativa Elettorale –
Lavoro e Giustizia Sociale (Wasg) nata nel 2005 da una scissione della Spd
contro il moderatismo del governo socialdemocratico-verde di Schroeder, e
guidata dall’ex-Primo Ministro della Saar, leader della Spd e ministro delle
Finanze Oskar Lafontaine. Assieme i due partiti si erano già presentati alle
politiche del 18 settembre 2005 prendendo l’8,7% dei voti e 52 seggi, contro il
4% ottenuto dalla sola Pds nel 2002: un risultato inferiore alla clausola di
sbarramento del 5%, per cui aveva dovuto accontentarsi di soli 2 seggi
uninominali. Da notare che nella lista unita del 2005 c’erano anche candidati del
Partito Comunista Tedesco Dkp): nato in Germania Occidentale nel 1968 come
erede di quel Partito Comunista di Germania (Kpd) messo al bando nel 1956.

Comunque, anche a livello di
Parlamento Europeo la definizione è quella di Sinistra Unitaria
Europea-Sinistra Verde Nordica, che in realtà comprende due sottogruppi
distinti. Da una parte il Partito della Sinistra Europea: Rinfondazione
Comunista ne è membro, assieme a Partito Comunista Francese, Linke tedesca, Synaspimos greco, Be portoghese e Sinistra Unita spagnola; il Pdci
è osservatore, come l’Alleanza Rosso-Verde danese. La Sinistra Verde Nordica
comprende invece i partiti ex-comunisti di Svezia e Finlandia, oltre al Partito
Socialista Popolare danese. Da notare che Kke greco, comunisti portoghesi e
socialisti olandesi stanno nel gruppo europeo della Sinistra Unitaria
Europea-Sinistra Verde Nordica senza aderire formalmente ad alcuna di queste
organizzazioni. La Sinistra Verde olandese sta invece coi Verdi Europei, come i
Verdi italiani. Mentre gli eletti della Sinistra Democratica stanno nel gruppo socialista.