“Sminuire le primarie”? Ma se è stato Renzi a svuotarle di senso!

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“Sminuire le primarie”? Ma se è stato Renzi a svuotarle di senso!

29 Aprile 2017

In casa Pd la paura di un flop alle primarie, ovvero di un’affluenza troppo bassa, è forte. L’ex premier ed ex segretario Matteo Renzi nelle ultime ore non si è dato pace e ha letteralmente moltiplicato gli appelli per andare a votare. Renzi ha iniziato a cavalcare l’idea secondo cui ci sarebbe un non meglio specificato fronte esterno impegnato a “sminuire le primarie” e quindi a boicottare il voto: “Tra commentatori e addetti ai lavori è partito il coro ‘Dagli alle primarie’ – ha scritto Matteo sulla sua pagina Facebook – le vogliono sminuire, forse persino eliminare. Perché le primarie restituiscono potere ai cittadini, non agli accordi di potere dei gruppi dirigenti”. Che strano sentire un politico che in tante occasioni ha sfoggiato grande spregiudicatezza nella lotta per il potere prendersela con questo o quel gruppo dirigente.

Retorica a parte, è chiaro che Renzi mette le mani avanti sulla eventuale scarsa partecipazione, per legittimare in ogni caso la sua vittoria, da tutti data per certa. Tant’è che ha definito “strepitosa” la possibilità che alle urne si rechino un milione di persone; dopo la sberla al referendum, Renzi si accontenta di poco visto che nel 2007 i voti alle primarie del Pd furono il triplo, 3 milioni. Ma c’è di più. Esaltare le primarie come uno “straordinario esercizio di democrazia” è il classico fumo negli occhi in stile renziano. Del resto il primo a “sminuirle”, le primarie, quando spirarono i primi venti tempestosi che avrebbero portato alla scissione nel partito, il primo a fare di tutto affinché l’appuntamento elettorale avesse un “basso profilo”, è stato proprio lui, Matteo, insieme ai renziani del Pd.

La riprova non sta solo nella campagna sotto tono a cui abbiamo assistito, ma anche nei candidati che hanno sfidato Renzi alla guida per la segreteria del partito. Non sembra che il ministro Orlando abbia messo in campo proposte chissà quanto rivoluzionarie, se non appellarsi a un partito “plurale”. Michele Emiliano è rimasto azzoppato non solo fisicamente (l’incidente che lo ha bloccato in un letto di ospedale) ma anche politicamente, in quanto l’uscita degli scissionisti ha lasciato il governatore della Puglia con il cerino in mano. Insomma altro che “discutere, partecipare e votare” come ha rivendicato Renzi, comunque vada le primarie Pd più che una sana competizione politica sembrano destinate a risolversi in una sceneggiata. E in ogni caso Renzi ha ben poco da lamentarsi: il primo ad aver svuotato di senso le primarie è stato lui. Chi è causa del suo mal pianga se stesso?