Solo al Rigolo si può gustare l’edizione straordinaria del Corriere della Sera

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Solo al Rigolo si può gustare l’edizione straordinaria del Corriere della Sera

01 Marzo 2009

Come qualche lettore ricorderà, “L’ultima copia del New York Times”  è il titolo, accattivante e provocatorio, di un brillante e documentato pamphlet di Vittorio Sabadin, edito un paio di anni or sono, per i tipi  della Donzelli. Nel suo valido  e meditato saggio Sabadin, da giornalista del quotidiano “cartaceo” La Stampa, portava all’attenzione del dibattito italiano  gli echi di una vivace discussione statunitense, in ordine alla possibilità dei quotidiani tradizionali, per l’appunto cartacei, di reggere, in prospettiva di medio e lungo periodo, all’impatto della diffusione inarrestabile e capillare delle nuove realtà tecnologiche,  primo tra tutte il web. L’Autore, non estremista né “meccanicista” come taluni pur illustri colleghi americani, manifestava un qualche cauto ottimismo verso il cartaceo, valutando che per la carta stampata  ancora sussista un ruolo nell’informazione futura, a condizione che essa sappia garantire una qualità assai alta del prodotto offerto ai lettori. Ciò non di meno, sottolineava  che l’avvenire dell’informazione sarà  inequivocabilmente on line. E’ appena il caso di notare come la famiglia de L’Occidentale,  nel 2007 in fase di prima realizzazione di un  quotidiano esclusivamente on line, fosse largamente d’accordo con le tesi di Sabadin. Dalle sue riflessioni traemmo, anzi, ulteriori ragioni di entusiasmo per proseguire nella nostra impresa, a dispetto delle sue infinite difficoltà.

Le incerte prospettive dei quotidiani cartacei finiscono anche per determinare emozioni nuove, allorquando, negli ultimi tempi, varco la soglia di questo sempre accogliente locale meneghino, di cui oggi parliamo. Rigolo, infatti, è certamente un buon ristorante, ma, mercè la sua collocazione a due passi dalla sede del Corriere della Sera, è anche – mi verrebbe spontaneo  dire “soprattutto” –  una realtà inscindibilmente legata alle vicende del quotidiano, da poco più di cinquant’anni a questa parte.  Il ristorante, infatti, aprì i battenti nel novembre del 1958, in una città che recava ancora evidenti alcune ferite causate dalle distruzioni belliche, ma pronta ad affacciarsi all’imminente miracolo economico. Rigolo ebbe la capacità di proporsi e di diventare locale “di riferimento” del giornale, facendo in tempo ad  accogliere nelle sue comode sale i nomi più illustri delle penne che hanno fatto la storia del Corrierone e del giornalismo in Italia, dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. Sarebbe, da un lato, troppo facile e, dall’altro, troppo lungo anche solo sommariamente elencare i nomi dei grandi giornalisti che hanno apprezzato i piatti di questo locale, specialmente in un’epoca nella quale la presenza fisica in redazione era largamente assai più prolungata e costante di quanto accada oggi, grazie alla rivoluzione che le nuove tecnologie hanno determinato anche nelle redazioni dei quotidiani cartacei. Ci piace ricordare solamente due nomi, Dino Buzzati e Indro Montanelli, i quali, da soli, evocano un mondo che sconfina, ormai, con la leggenda.

Fantasie da addetti al lavoro giornalistico a parte, Rigolo è comunque un piacevole indirizzo per tutti (famiglie comprese, considerando anche l’apertura domenicale). Si tratta di un locale classico, portatore di un’offerta culinaria in grado di accontentare molti palati, divenuta nel tempo largamente eclettica, ma che, a ben vedere,  orgogliosamente rivendica la propria matrice toscana. In ragione di un necessario eclettismo, non deve quindi stupire il trovare elencati in menù le lasagnette all’orientale piuttosto che il pollo al  curry con riso venere, il cocktail di gamberetti con avocado o il tonno al sesamo: si tratta, diciamo la verità, di banalità (un po’ da pizzeria chic), che, tuttavia, incontrano il gusto degli avventori e che, comunque, vengono realizzate sempre con scrupolosa attenzione alla scelta delle materie prime, al pari dei piatti assai più coerenti con le origini del locale.

Tra gli antipasti meritano menzione particolare il patè di fagiano con burro e crostini, gli ottimi prosciutti, tanto di Parma quanto toscani, i gianchetti bolliti olio e limone – che avrebbero riscosso il plauso di mio padre, cultore di questo piatto  dal sapore delicatissimo  – o la classica frittatina di gianchetti medesimi. Per i primi piatti l’attenzione va richiamata sulle zuppe e, tra esse, sulla perfetta ribollita, ma segnali di gratitudine dal palato giungeranno anche scegliendo il risotto espresso ai carciofi di Sanremo, i ravioli – siano essi di zucca al burro versato o, in versione mignon, fatti a mano al sugo casereccio – le tagliatelline fresche con calamari e bottarga di muggine. Avuto riguardo ai secondi, certo non si sbaglia mai pescando tra le offerte della griglia, dal filetto alla cotolettina d’agnello, dalla costatella di manzo alle salcicce toscane. Non si possono, però, sottacere la trippa alla fiorentina, la Milanese, servita patriotticamente in versione tricolore, la tartare con i crostini d’ordinanza, i carciofi in teglia (gustosissimi), il branzino al forno con scalogno, patate e origano, lo squisito baccalà fritto con carciofi. Da tralasciare, invece, i branzinetti monodose.

Per gli affezionati del Rigolo, tuttavia, il giorno più atteso è il giovedì, allorquando tra i tavoli si aggira, trionfante, il carrello dei bolliti misti, che consentono di rallegrare anche la vista con le policrome ciotole di mostarda di Cremona. Segnalando come in questo locale sia possibile gustare le puntarelle alla romana e non manchi l’offerta di ricchi piatti di formaggio, nulla volutamente dico del carrello dei dolci. Si tratta, infatti,  di una vera e propria ricca vetrina di pasticceria montata su ruote, dalle delizie della quale persino chi scrive, ordinariamente non amante dei dessert, attinge sempre dosi industriali di saporitissimo castagnaccio.

Senz’altro serie ed adeguate al locale le proposte della cantina, nella quale i ricarichi sono accettabili, al pari dei prezzi  in generale , avuta presente la qualifica di buon ristorante “borghese” che indubbiamente si attaglia al Rigolo. Il rapporto qualità/costi è del tutto corretto, tenuto anche conto dell’alta professionalità del servizio, in taluni casi arricchito da guizzi di pur sempre composta simpatia dei camerieri.

Considerate le sopra richiamate caratteristiche, reputiamo che il Rigolo abbia imboccato con tranquilla  baldanza i secondi cinquant’anni di esistenza e che, mentre sia lecito  seriamente domandarsi  quando uscirà “l’ultima copia del Corriere della Sera”, della lunghissima continuità delle edizioni a stampa del  menù del ristorante si debba tranquillamente essere certi.

Rigolo – Largo Treves angolo Via Solferino – Milano – telefono 02/86463220 – chiuso il lunedì