Soltanto Berlusconi può risolvere la sciarada del Pdl in Sicilia

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Soltanto Berlusconi può risolvere la sciarada del Pdl in Sicilia

28 Aprile 2010

Cocci di bottiglie pronti a saltare dappertutto come coriandoli e senza una traiettoria precisa. Nel caos dell’approvazione del Bilancio regionale, da far passare assolutamente entro il 30 aprile, e con 4oo emendamenti da espletare entro oggi, in Sicilia diventa sempre più difficile capire quale composizione avrà la maggioranza all’Assemblea regionale; quali mutamenti si prefigurano e, soprattutto, che destino spetta al governo Lombardo, diviso tra la possibilità di sopravvivere con nuovi “puntelli” nella maggioranza, a cominciare dal Pd che scioglierà le riserve entro giugno (ingresso ufficiale sì o no in giunta, 27 deputati, il gruppo più grande a Sala d’Ercole)  e l’ombra, sempre più consistente nelle ultime settimane, di tornare prematuramente alle urne.

Bocce ferme e concentrazione sui lavori d’Aula, dunque, fino al confronto tra Gianfranco Micciché e Silvio Berlusconi. Una riunione a due che ieri è saltata per impegni ufficiali del premier con Vladimir Putin e confermata per oggi o al massimo nella giornata di domani. Un faccia a faccia che arriva dopo il richiamo da parte di Berlusconi e le critiche sollevate in merito alle spaccature dentro il Popolo della Libertà siciliano durante la giornata di fuoco culminata con lo strappo di Gianfranco Fini. I seguaci di quest’ultimo, a livello regionale, potrebbero non seguire il sottosegretario ribelle. Questo provocherebbe un nuovo gruppo nel Gruppo all’Ars, meglio conosciuto come Pdl Sicilia: il terzo in un partito che, nell’Isola, è già ampiamente frazionato, con una nuova possibile diaspora pronta a raggiungere il porto degli autonomisti sostenitori del partito del Sud.

Identico scenario che può aprirsi nell’eventualità che le le voci di corridoio diventino ufficiali e cioè la possibilità che il confronto tra Micciché e  Berlusconi alla fine salti. A questo punto lo strappo sarebbe totale e solo la possibilità di una nascita del partito del Sud di Lombardo consentirebbe al sottosegretario e ai suoi fedelissimi di uscire dall’isolamento politico dentro il quale rischiano di finire. Sempre per dare consistenza al nuovo soggetto politico potrebbero essere pronte a sostenere la “missione Sud” alcune correnti del Pd siciliano, con in prima linea quella che fa riferimento a Giuseppe Lumia e Antonello Cracolici. Sull’altra sponda del Pdl, i lealisti continuano a mantenere le posizioni vicine all’area di Renato Schifani e Angelino Alfano, e quindi la linea politica ufficiale del partito.

Lo scontro fratricida tra le due anime pdielline in Sicilia si è intanto acuito nelle ultime ore, dopo che 34 parlamentari nazionali del Pdl hanno presentato una interpellanza urgente al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nella quale si chiede di verificare se la Regione Sicilia nel 2009 ha rispettato il patto interno di stabilità e, in caso, di intervenire. Miccichè ha definito poco elegante e di certo non costruttiva l’azione dei parlamentari nazionali, ribadendo la volontà di lavorare per una soluzione efficace del rebus siciliano. Il sottosegretario con delega al Cipe fa sapere di essere disponibile a compiere cento passi indietro, a ridimensionare il suo avanzamento per il bene della Sicilia, ma ha anche confermato il pieno sostegno al presidente della Regione Raffaele Lombardo.

Labirinto ingarbugliato, dove non è facile trovare l’uscita anche dopo l’eventuale chiarimento con il presidente del Consiglio e un possibile riallineamento sulle posizioni ufficiali del partito da parte dei ribelli. Soluzione boomerang, quest’ultima, per Lombardo che perderebbe il sostegno dei 15 nella maggioranza. L’ingresso del Pd a questo punto diventerebbe vitale per tenere in piedi il terzo esecutivo in poco più di due anni. In un’intervista a “Il Sole24Ore”, Micciché ha definito improbabile l’ipotesi riallineamento, e alla domanda risponde con altrettanta domanda: “Perché dovrebbe chiedermelo? (il passo indietro, Berlusconi, ndr.) Per regalare la Sicilia alla sinistra? Ma siamo matti?”

A sostegno del "Micciché-pensiero" interviene il capogruppo del Gruppo Sicilia, Giulia Adamo: "Il Pdl Sicilia è nato per garantire governabilità nella regione. La nostra scelta di spaccare all’Ars il Popolo della Libertà è dettata dall’esigenza concreta di non tradire il mandato elettorale affidatoci dai siciliani, sostenendo appunto il governo regionale guidato da Raffaele Lombardo, voluto e mai disconosciuto da Silvio Berlusconi. Confidiamo nella lungimiranza del premier – conclude Adamo –  e siamo convinti che la ricomposizione del partito in Sicilia possa avvenire solo accentando la sfida riformatrice che questo governo regionale ha lanciato”.