Spare, quanto vale Harry
10 Gennaio 2023
Quanto vale Harry, il duca di Sussex? A questa domanda si può rispondere in due modi. Quanto vale Spare, il suo memoriale, quante copie venderà, quanto ha guadagnato l’autore per farselo scrivere. Poi invece si può parlare di quanto vale Harry, “il minore”, come uomo. Secondo il suo editore, Penguin Random House, Spare sarà il libro di saggistica venduto più velocemente nella storia dell’editoria.
Quattrocentomila copie solo nel primo giorno di pubblicazione nei vari formati, cartaceo, ebook e audio. Si può dire che il bombardamento pubblicitario tra veleni e rivelazioni delle ultime settimane sta pagando. “Abbiamo sempre saputo che questo libro avrebbe volato, ma sta superando anche le nostre aspettative più ottimistiche”, ha detto Larry Finlay di Penguin.
“Per quanto ne sappiamo, gli unici libri che hanno venduto di più nel loro primo giorno sono quelli con protagonista l’altro Harry”, Harry Potter, per intenderci. Da mezzanotte il libro inonderà le librerie di mezzo mondo ma basta guardare ai dati sulle prenotazioni per dire che è già un bestseller. Guida stabilmente le vendite di Amazon. Spare, il “sostituto”, la riserva, si sta togliendo un bel po’ di sassolini dalle scarpe, considerando quello che ha raccontato sulla sua famiglia.
Nelle interviste che ha dato per far montare l’onda, come in un dramma shakesperiano ai tradimenti di Carlo verso Diana si somma il tradimento di Harry verso Carlo e William. Il tradimento di William nello schierarsi con Carlo e Camilla contro la memoria di Diana. Meghan come la Diana reincarnata nella tormentata coscienza di Harry. Un bel casino interiore.
Chi lo ha già letto dice che libro è ricco di dettagli, ben fatto, una bomba a mano contro la sua famiglia ma lanciata con stile. Lo stile è quello del suo ghostwriter JR Moehringer, un maestro del ramo, come abbiamo già scritto. Ne emerge il ritratto di un quarantenne duro, narcisista, abituato ai soldi, al potere, ad avere i riflettori dei media addosso e che ha imparato a sfruttarli. Ma che uomo allora è Harry?
Nel libro il duca ricorda di quando era pilota di Apache in Afghanistan. Ha detto di aver ucciso 25 Talebani come come se fossero “pezzi degli scacchi”. Queste parole hanno scatenato un putiferio, tra i veterani, i suoi ex comandanti e commilitoni, che ora lo accusano di aver tradito l’altra sua famiglia, la divisa. Dichiarazioni che hanno anche provocato la reazione dei Talebani. I fascisti islamici. Quelli che aiutarono Al Qaeda a colpire l’America. Gli studenti malati di Dio.
Gli assassini di donne che da quando sono tornati al potere hanno fatto fare vent’anni di passi indietro all’Afghanistan. Uno di loro, Klan Haqqani, ha reagito dicendone di tutti i colori contro Harry. Non ci stupiremmo se arrivasse qualche fatwa contro il principino.
Il minore si è fatto dieci anni di naja. È diventato capitano. Ha servito due volte a Kabul. Sarà pure una vanagloriosa testa coronata che ora se la rivende per alimentare le rotative. Nel libro però ha scritto di aver combattuto in memoria dell’11 Settembre, dopo aver incontrato i familiari delle vittime. I responsabili di quegli attacchi e i loro simpatizzanti erano “nemici dell’umanità”. Combatterli è servito a vendicare un crimine contro l’umanità.
Forse questo basta a capire quanto vale Harry.