Squinzi dà il voto (negativo) a Monti, ma entrambi hanno ragione e torto

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Squinzi dà il voto (negativo) a Monti, ma entrambi hanno ragione e torto

09 Luglio 2012

Il neo presidente della Confindustria Giorgio Squinzi ha criticato il presidente del consiglio Mario Monti, con una semibocciatura della sua politica economica che  valuta fra il 5 e il 6. La ragione fondamentale di questo giudizio non positivo è che nel governo attuale manca una politica della crescita e della ricerca e che la riforma del mercato del lavoro che esso ha varata è “una boiata”, perché è vessatoria per le imprese con riguardo alla mobilità in entrata mentre è carente per quella in uscita.

Circa la spending review Squinzi è critico perché non si è aggredito il dirigismo burocratico della pubblica amministrazione “Si deve semplificare la pubblica amministrazione perché vi sono delle ridondanze che vanno eliminate, ma si deve evitare la macelleria sociale”. Squinzi ha aggiunto che la semplificazione normativa-burocratica è la madre di tutte le riforme e che egli si augura che venga attuata. Ha anche espresso parole di apprezzamento per il lavoro del commissario alla revisione della spesa pubblica Enrico Bondi ed ha aggiunto, con un linguaggio diplomatico (non solito in lui) che “applicare la strategia dei costi standard e razionalizzare gli acquisti è l’unico modo per affrontare il problema” .

Per la verità Enrico Bondi (che non è un economista, ma un chimico e non sa nulla dei bilanci pubblici, disciplina specialistica sconosciuta a quasi tutti gli economisti di questo governo) non ha adottato la teoria dei costi standard ma quella dei costi medi per razionalizzare gli acquisti della PA. Sicché l’elogio contiene anche un garbato suggerimento. Ovviamente anche l’adozione dei costi medi è una tecnica di riduzione della spesa, diversa dai tagli lineari. Ed anche io ho elogiato Bondi per questo metodo. Ma va aggiunto che Squinzi ha anche dichiarato che il governo tecnico non può che essere una parentesi e che fra i membri tecnici di questo esecutivo non vede nessuno che possa assumere una buona fisionomia politica. Riguardo a un governo Monti bis ha affermato che se questo governo assumerà una fisionomia politica non è contrario, altrimenti non ne vede un futuro. Ho citato testualmente le frasi di Squinzi, così come risultano dal giornale ufficiale della Confindustria , ossia “Il Sole 24 Ore”, per evitare la strumentalizzazione che ne è stata fatta da Susanna Camusso e dalla Cgil che difendono la macchina burocratica pubblica, centrale, regionale e locale, in quanto vi hanno un robusto potere sindacale.

Ma in effetti Squinzi è stato malcauto (o forse non tanto, se ha in mente alleanze neo corporative) perché si è prestato all’equivoco facendosi suggestionare dalla Camusso e dando l’impressione di essere prigioniero della sinistra.

Il premier Mario Monti, che dalla sinistra si attende il maggior sostegno, perché di sinistra sono i membri del suo governo e i suoi consulenti economici , ha inveito contro il presidente della Confindustria , reo di avere criticato il governo che essa dovrebbe sostenere e lo ha accusato di “far salire lo spread”. Tesi palesemente assurda perché gli analisti finanziari internazionali non sono così provinciali da seguire le “pagelle” del neo presidente Squinzi mentre se leggono il giornale della Confindustria vi leggono articoli di supporto a Monti non solo ora , ma anche per il futuro, privi delle riserve del presidente di Confindustria .Tali articoli generalmente danno al Pdl la colpa di non sostenere abbastanza questa prospettiva . Del resto Squinzi ha fatto le sue dichiarazioni in un convegno con la Cgil , moderato dal vice direttore di “Repubblica” Giannini , ossia in una assemblea di sinistra . Non mi è chiaro perché Monti non accusi la Cgil e la sinistra di far salire lo spread. Tale critica sarebbe ben più fondata, dato che Cgil annuncia lo sciopero contro i tagli alla spesa fatti dal governo e dato che le critiche a questi tagli vengono sopratutto dalla sinistra .

Se lo spread ora sale, è perché si è capito che la sinistra non ama i tagli della spesa e che un governo Monti uno o bis prigioniero della sinistra non taglia le spese quindi pareggia il bilancio con maggiori imposte e non fa la riforma del lavoro di Marchionne e di Sacconi, quindi non fa una politica di crescita . Delle affermazioni di Squinzi, mi sembra,  in effetti, che ve ne sia una molto criticabile , quella sulla “macelleria sociale “ .

Non è vero che in questa prima revisione della spesa pubblica vi sia “macelleria sociale”. Semmai , vi sono arretramenti per eccesso di timore nei tagli agli assistenzialismi. E se è vero che molti tagli sono lineari, è anche vero che i Ministeri , sulla base della legislazione vigente riguardante i loro bilanci , possono sempre evitarli, facendo riduzioni di spesa alternative. E quanto alle Regioni e agli enti locali, vale la stessa considerazione, con l’aggiunta che essi gestiscono molti servizi che andrebbero lasciati al mercato ma che tengono per sé perché generano un potere politico elettorale.

Squinzi doveva evitare di pronunciare questa frase che si presta ad equivoci. Ma ha ragione quando dice che il governo attuale non fa nulla per la ricerca. In effetti fa sensazione il taglio di fondi allo INFN , l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che ha la sola colpa di non esser collegato all’Università Bocconi. Ma penso che il parlamento rimedierà a questo errore che riguarda una economia di spesa di pochi milioni. Rimane il coraggio che ha avuto il governo Monti di tagliare la spesa e l’errore di Squinzi di non averlo elogiato per questo.

Tuttavia quello di Monti di essersi offeso per la critica costruttiva di Squinzi è un altro, più grave, errore, che dà una sgradevole sensazione di autoritarismo. Ma rimane anche un altro errore della Confindustria e del suo presidente, quello di non fare la propria parte nella politica della crescita . In regime di cambio fisso, come è quello dell’euro, il solo modo per avere salari flessibili è la contrattazione aziendale . Quindi la linea Sacconi e Marchionne . Che Confindustria ha congelato. Resta, in conclusione, la risposta alla tesi di Ernesto Galli della Loggia che sostiene che il PDL è tiepido verso il governo Monti, che pure è di destra o centro destra, in quanto populista mentre riscuote consensi nella elite di sinistra, che capirebbe le ragioni della destra di Monti. Non mi risulta che Francesco Giavazzi che ha scritto con Alberto Alesina un opinabile libro secondo cui il liberalismo è di sinistra, sia di centro destra, né che lo sia Giuliano Amato, altro consulente di Monti . Non mi pare proprio che Elsa Fornero sia di destra o centro destra . E neppure Corrado Passera e il gruppo di Todi della sinistra cattolica che è largamente rappresentato in questo governo. E il professor Giarda è dichiaratamente di sinistra, come il Ministro Barca  e il sottosegretario Vieri Ceriani.

Né è di centro destra, ma di sinistra “liberal” il gruppo de “la Voce Info” che ha ispirato la riforma del mercato del lavoro . Il fatto è che non si tratta di misurare il governo da questo punto di vista, poco chiaro, ma dal punto di vista della teoria economica dell’economia sociale di mercato. Cioè dal punto di vista dei principi neo liberali (non “liberal” , che è tutta altra cosa)  di Einaudi, Ropke, Eucken, se si vuole anche di Ezio Vanoni che sosteneva il pareggio di bilancio, ma aveva anche un piano di sviluppo decennale basato sugli investimenti in infrastrutture, ossia un programma simile a quello della destra storica italiana, che aveva raccolto l’eredità intellettuale liberale di Cavour  che poneva lo sviluppo economico mediante le infrastrutture materiali e del capitale umano al primo posto. Ed è qui che il governo Monti sta per ora fra il 5 e il 6, come dice Squinzi . Anche se, a mio parere con la politica della spesa, Monti ha migliorato, non peggiorato il suo voto, tuttavia rimane vero che esso non è , sino ad ora, un governo neoliberale. E quel che è peggio , quando esso fa passi in questa direzione, come con i tagli alla spesa, la sinistra  che secondo Galli della Loggia, sarebbe propensa a sostenerlo, in realtà lo avversa, perché il suo dna non è quello di Turati o quello liberal di Giavazzi e della Voce Info: è quello di Berlinguer, di Bersani e di Susanna Camusso.