Storiaccia molto noir di delinquenza, politica e torbido paesano
11 Ottobre 2009
Ci sono ammazzatine, c’è una bellezza locale molto idealista e pensosa, c’è un cronista di giudiziaria, strafalario e buffo insieme. Come si può facilmente intuire, siamo dentro a una storia decisamente noir, con quel tanto di clima isolano che accresce il tasso di malizia su ogni vicenda a sfondo criminale. L’ambiente è quello madonita, ovvero un pezzo della provincia di Palermo al confine con il messinese, dove la Sicilia assume toni e colori quasi alpestri.
A finire orizzontale, è un tecnico del comune. Genere solerte che ha avuto la stravagante idea di sollevare un tot di troppo di “obiezioni” ai progetti dell’amministrazione comunale. Naturalmente, secondo copione, fra i politici del luogo è ammuina a tutto tondo, con nessuno, neppure fra le file degli oppositori, disposto a rinunciare “a una barca di soldi con annesse assunzioni di amici, parenti” e via discorrendo.
Da principio, secondo copione, si brancola nel buio. Sebbene un solerte ufficiale dell’Arma abbia sin dalle battute iniziali intuizioni chiarissime su moventi e mandanti. Una strategia d’aggressione investigativa che, passo dopo passo, sembra portare al bersaglio grosso. Dentro la rete dei carabinieri finisce così un pezzo consistente del gotha locale con alla testa un primo cittadino quantomai maldestro e arraffone.
Una pista stimolante che il nostro giornalista-dectetive segue con simpatia. Sulla stessa lunghezza d’onda, la sua giovane e combattiva amica madonita. In effetti si tratta di uno schema per tanti versi persuasivo, perché mescola delinquenza a un’idea collusiva della politica che è pane quotidiano per chi segue i traccheggi della cosa pubblica siciliana, con un quid di torbido paesano che di certo non guasta. Il romanzo che racconta questa storiaccia della provincia profonda s’intitola “Sangue del mio sangue”. E’ scritto da Salvo Toscano, cronista e giallista panormita alla sua terza fiction di genere. A incrinare un disegno in cui ogni addendo sembra incastrarsi alla perfezione con il successivo, è un avvocato, legale dell’accusato numero uno, e fratello più posato del bontempone cronista-investigatore. Si chiama Roberto Corsaro (l’altro ha nome Fabrizio) e da navigato azzeccagarbugli conduce una sua attenta contro-inchiesta. Il finale è a sorpresa. Ci guardiamo quindi dal raccontarlo. Possiamo solo aggiungere che si svolge in un’aula di giustizia, alla maniera di un legal-thriller. “Sangue del mio sangue” è un testo gradevole. Di scorrevole scrittura, con un ottimo dosaggio fra sociologia e suspense. Si fa leggere, perciò, tutto d’un fiato.
Salvo Toscano, “Sangue del mio sangue”, Dario Flaccovio editore, pagine 206, euro 13,00.