Su Alitalia il Governo ha già messo a segno due colpi

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Su Alitalia il Governo ha già messo a segno due colpi

03 Giugno 2008

 

Negli ultimi giorni, caratterizzati da un “ponte” festivo, il Governo ha messo a segno due colpi: a) l’approvazione da parte dell’Ue (e quel che più conto dell’Eurogruppo – ossia dei Paesi che fanno parte dell’area dell’euro) del programma di risanamento presentato, a nome dell’Italia, dal Ministro del Tesoro e delle Finanze Giulio Tremonti; b) la conversione in legge del decreto relativo al prestito/ricapitalizzazione di Alitalia.

Il primo è un colpo effettivo anche se ci vorrà ancora molta strada, costellata di lacrime e sangue sotto il profilo delle operazioni specifiche per arrivare in porto (ossia al pareggio di bilancio e alla riduzione del rapporto tra stock di debito pubblico e pil).

Il secondo è un colpo che, almeno per il momento, appare più mediatico che sostanziale. Senza dubbio, il prestito/ricapitalizzazione consente ad Alitalia di respirare ancora per alcuni mesi: 12 secondo stime ufficiose dell’Amministrazione, molto meno secondo un documento diramato on line il 2 giugno dall’Istitutito Bruno Leoni. Ove non si fosse effettuato il prestito/ricapitalizzazione, le autorità di vigilanza e controllo (sia nazionali sia internazionali) avrebbero dovuto trasformare in “parziale” la licenza di Alitalia; limitandone, quindi, le operazioni ai biglietti già venduti, accorpando voli e atterrando gran parte della flotta. E’ stata evitata – ammettiamolo – una débâcle analoga alla battaglia di Verdun. Ciò già rappresenta un successo.

Non s’intravede, però, ancora la luce alla fine del tunnel. AiFrance-Klm ha detto in tono sprezzante che ormai solo un esorcista può tentare di rimettere insieme i pezzi di quel che resta dalla compagnia “di bandiera” italiana.

I tedeschi di Lufthansa ribadiscono di non essere interessati sino a quando c’è sul fondale un partner italiano (Air One) a loro non gradito poiché non considerato all’altezza.  Il Presidente di Intesa San Paolo precisa che l’incarico accettato dall’istituto è “per ora di sola consulenza” al Governo (ossia esaminare i conti, le potenzialità, le possibilità e le probabilità – nulla di più). Air One fa sapere di essere pronta a tornare dal fondale al bocca scena, ma il Presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà ne frena gli entusiasmi uscendo dal proprio proverbiale silenzio con una durissima intervista su “La Stampa”.

In sintesi, quindi, la situazione appare oggi tanto ingarbugliata quanto lo era l’altro ieri. Dato che i possibili partner internazionali hanno, per ora, preso le distanze, alla Magliana e dintorni si profila ciò che un anno e mezzo fa veniva considerato un anatema: una fusione con Air One (le critiche dell’Antitrust , si dice, non sono insormontabili) a cui aggiungere dopo-domani non socio industriale internazionale.

E’ realistico questo scenario? Tutto dipende da come si presentano i conti e la capacità industriale di Air One.

Ripetiamo: aprendo la tratta Roma-Milano (ed altri segmenti del mercato interno) ad altre compagnie potrebbero venir rimosse parte delle barriere erette dall’Antitrust. Ciò che, invece, disturba sono i dati sulla capacità industriale e finanziaria di quello che pare essere l’unico pretendente alle nozze con Alitalia. Da mesi, su “Il Sole-24 Ore”, appaiono dati secondo cui la capacità di carico media dei voli Air One sarebbe al 50%, ben al di sotto di quel 75-80% (che in molti casi può portare ad overbooking) ma che con gli alti costi di gestione viene considerato necessario per sopravvivere.

Sempre “Il Sole-24 Ore” riporta analisi sconfortanti su margine operativo lordo, indebitamento e capitale effettivamente disponibile di Air One: la fusione – sembra dirsi tra le righe – equivarrebbe a porre anche il vettore chietino sulla groppa di Pantalone. Alla Magliana, dove una corrente di pensiero (e di personale) non è affatto favorevole a nozze con Air One, si maligna che in alcuni scali ci si rifiuterebbe di fornire carburante al vettore tali e tanti sarebbero le fatture non pagate ai fornitori.

Non sta certo a noi fare un auditing dei conti e della capacità industriale d’Air One. Dovrebbe però farlo la compagnia con sede sociale a Chieti e base operativa a Roma. Quando ci si vuole sposare, di norma, si offrono assicurazione sulla propria capacità di far fronte ai doveri coniugali, sotto il profilo finanziario e non solo. Altrimenti si rischia che il matrimonio venga dichiarato nullo. Con danni per tutti.