Su Europa e “populismi” Alfano farebbe meglio a sentire Padoan

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Su Europa e “populismi” Alfano farebbe meglio a sentire Padoan

01 Marzo 2017

Il suono e il senso delle parole. “Un’occasione per Forza Italia, per riavvolgere il nastro e non annegare irreversibilmente la propria vocazione riformista nel mare del populismo anti europeo, anti euro, anti libera circolazione, anti libero mercato, anti solidarietà”. Preparato da un editoriale di Francesco Verderami del giorno precedente, Angelino Alfano si presenta sul Corriere della Sera del 24 febbraio come “l’occasione” per Forza Italia di “non annegare nei populismi”. Come avviene da un po’ di tempo a questa parte le parole di Alfano hanno un suono retoricamente magari solenne ma non un vero senso. Un ministro forse un po’ grigio ma abituato a fare i conti con l’aspra realtà delle cose, come Pier Carlo Padoan, sempre sul Corriere della Sera del 24 febbraio dice a proposito della Brexit: “Senza un drastico cambiamento delle strategie Ue, il rischio è che non rimanga un caso isolato”. Se non si fa i conti con il “drastico cambiamento” oggi necessario gli appelli sull’Europa trasmettono appunto un suono senza un senso.

E’ primavera, tempo di nuovi-vecchi messaggi .“Put aside ‘trivial fights’ to help ordinary americans” Così Julie Hirshfeld, Michael D. Shear e Peter Baker riportano sul New York Times dell’1 marzo una delle frasi centrali di Donald Trump nel suo messaggio al Congresso. Basta con gli scontri stupidi, concentriamoci sui bisogni dei cittadini americani! Un’invocazione trumpiana che in parte ha stupito chi pensava che il nuovo presidente americano avrebbe insistito nelle sue polemiche tambureggianti. Ma è primavera, tempo di novità: da un momento all’altro ci si aspetta persino che il Vaticano affermi, senza se e senza ma, di essere schierato in difesa della sacralità della vita.

Trattamenti à l’italienne. “Comme pendant les régionales, je ne répondrai pas pendant la campagne électorale. Cette période ne permettant ni la neutralité ni la sérénité nécessaire au fonctionnement correct de la justice”, così Marine Le Pen su Le Figaro del 24 febbraio. Il primo ministro Bernard Cazeneuve ha detto invece, così riferisce sempre Le Figaro: “Lorsqu’on prétend aux plus hautes responsabilités, on ne peut se placer au-dessus des lois de la République”. Marine Le Pen ha ricordato anche come il fascicolo giudiziario sul suo caso sia aperto da due anni e che i giudici se ne stiano occupando solo negli ultimi due mesi. Senza dubbio disturbano certe prese di posizioni, alcune proposte e molti toni usati dalla candidata del Front national alle presidenziali francesi, ma constatare come la cosiddetta giustizia orologeria stia trasmigrando Oltralpe, rappresenta un incubo  per un osservatore italiano che ha potuto constatare quanti guasti abbia provocato, a casa nostra, questo tipo di pratica.

Totò fights back. “Si sono viste vendite più facili” scrivono sul Corriere della Sera dell’1 marzo Monica Colombo e Arianna Ravelli alludendo alle vicende dell’acquisto del Milan da parte di una cordata cinese. Tempi strani: la cessione di una squadra di calcio che sembra la compra-vendita della Fontana di Trevi, uno stimato uomo d’affari francesi che sembra comportarsi come Pépé le Moko, il ritorno delle “am lire”. Pare di essere in un film di Totò.

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