Su Finmeccanica l’Italia non ceda all’autolesionismo

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Su Finmeccanica l’Italia non ceda all’autolesionismo

15 Febbraio 2013

Bisogna fare una doverosa riflessione quando si parla di "tangenti" pagate all’estero dalle grandi multinazionali. È difficile pensare ai player internazionali rifiutando preventivamente l’idea delle cosiddette "commissioni estere" extra, olio nel meccanismo delle gare e delle commesse internazionali, soprattutto quando parliamo di Paesi privi d’istituzioni democratiche forti e ben sviluppate e dove non è assicurato il cosiddetto concetto di "Rule of Law".

È lì che le multinazionali e le grandi industrie nazionali si scontrano con problemi seri legati alla corruzione dilagante all’interno della pubblica amministrazione locale. E di conseguenza, all’interno di questi paesi esistono sempre dei precisi meccanismi nascosti che sono in grado di pilotare qualsiasi gara o tender, che riguardino commesse della difesa, o di quant’altro. Spesso, per vincere una commessa non basta avere i requisiti necessari per il bando di gara, bisogna anche accettare di pagare "le commissioni" a quegli apparati che sono in grado di manipolare l’intero processo. Altrimenti, la commessa sarà aggiudicata da qualcun altro che avrà pagato "le commissioni" per primo…

Si tratta di un fenomeno conosciuto da tutti quelli che hanno nozioni in materia di relazioni economiche internazionali. Di conseguenza, ci sarebbero due possibili soluzioni, smettere di operare e cooperare con i paesi che occidentali non sono, oppure fare i conti con regole non scritte ben precise, conosciute da tutte le cancellerie del mondo. Le grandi multinazionali americane, britanniche, francesi ecc. conoscono bene qual è il percorso da fare e le condizioni da accettare quando trattano in Paesi a rischio corruzione. Quindi è inutile parlare di un "Caso Italia" legato alla vicenda Finmeccanica.

Le "commissioni estere" però non sono così mainstream, per l’opinione pubblica e spesso anche per la stampa, e così, quando si indaga su episodi del genere, la reazione non può che essere contrariata. Così come la credibilità e l’immagine dell’aziende coinvolte ne risente fortemente. Tutto questo non fa che ledere gli interessi nazionali. Vedremo quali saranno gli sviluppi della indagine su Finmeccanica, ma l’importante è non cadere in un paradossale autolesionismo.