Sui delitti contro l’arte Galan non fa sconti a vandali e tombaroli
24 Settembre 2011
di Carlo Zasio
Lo aveva promesso agli esordi del suo mandato in uno dei primi incontri pubblici da neo ministro per i beni culturali: lo scorso 13 aprile al fianco di Sergio Rizzo e di Francesco Rutelli per la presentazione del libro Vandali all’auditorium dell’Ara Pacis, incalzato dai cronisti e dal pubblico, disse che non avrebbe più permesso che un tombarolo, come successo finora, non scontasse neanche un giorno di carcere per i danni inestimabili che il traffico illecito di reperti procura al patrimonio culturale nazionale. Giovedì scorso, al termine del Consiglio dei Ministri, Giancarlo Galan ha presentato nella sala stampa di Palazzo Chigi un disegno di legge delega per l’inasprimento delle pene nei confronti dei reati a danno dei beni artistici, archeologici e paesaggistici.
Il provvedimento, auspicato da più parti, dovrà ora essere discusso alle Camere dove si spera, grazie al consenso bipartisan di cui gode, possa essere approvato nel giro di qualche mese. Magari accogliendo alcune proposte del disegno di legge che propose l’allora Ministro Rutelli nel 2008, presentato al Senato e mai più dibattuto. Il Ministro, che si è detto sensibilizzato in proposito da personalità del livello di Andrea Carandini e dall’autorevole opinione di intellettuali e giornalisti, ha voluto norme che, seppure con spirito autenticamente garantista e il più possibile liberale, permettano alla magistratura e alle forze dell’ordine di perseguire con maggiore efficacia chi danneggia o traffica illecitamente il nostro patrimonio culturale o deturpa il paesaggio.
Il disegno di legge infatti introduce il delitto di danneggiamento, deturpamento o imbrattamento di beni culturali o paesaggistici con pena fino a sei anni di reclusione e prevede la nuova figura di reato di furto d’arte. Disposizioni che, se approvate dal Parlamento, consentiranno al magistrato di poter disporre la custodia cautelare per vandali e tombaroli. Rigettata invece l’ipotesi di estendere a questa materia la flagranza differita, introdotta per contrastare la violenza negli stadi, che avrebbe consentito l’utilizzo di immagini registrate per contestare il reato. Una misura sentita come eccessivamente giustizialista da Galan, che in conferenza stampa ha tenuto a distinguersi dalle posizioni più dure espresse dal Sindaco Alemanno in occasione di recenti atti vandalici ai monumenti di Roma.