Sui rifiuti De Magistris fa il prepotente e la sinistra lo scambia per ecologista
23 Giugno 2011
Nel 1954, Giuseppe Bonavolontà, il padre dell’indimenticabile Mario Riva, e Michele Galdieri scrivevano ‘E stelle e Napule’, un inno alle bellezze della città. Erano i tempi di Achille Lauro divenuto nell’immaginario collettivo il nadir del degrado partenopeo. Adolescente, trovavo il Comandante a dir poco disgustoso per il suo stile lazzaronico e non ho certo cambiato idea con gli anni.
Mi chiedo, oggi, se ‘E munnezze e Napule’, come potrebbe intitolarsi il remake della canzone di Bonavolontà, non mostrino un baratro infernale ancora più profondo. Quel ch’è peggio, però, è che la pretesa rivendicata dal sindaco De Magistris di smaltire i rifiuti fuori della Campania non sembra indignare nessuno. Se qualcuno dicesse: ho il diritto di scaricare i miei escrementi nel tuo cesso perché a casa mia non voglio cessi, scorrerebbe il sangue. La sinistra, invece, ha fatto un miracolo impossibile per San Gennaro: trasformare una prepotenza intollerabile in una battaglia ecologica.