Sui rifiuti si deve essere solidali con l’Abruzzo, non solo con la Campania

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Sui rifiuti si deve essere solidali con l’Abruzzo, non solo con la Campania

29 Novembre 2010

E’ troppo facile puntare il dito contro il presidente delle Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, che nei giorni scorsi, responsabilmente, ha ammesso che la nostra regione non è in grado di accogliere rifiuti provenienti dalla Campania. E’ facile, quando ogni giorno, dai giornali alle televisioni, rimbalzano le immagini di Terzigno, di Napoli e di tante altre città campane, alla prese con una vera e propria emergenza. Chi critica Chodi, però, dimentica, o forse fa finta di dimenticare, che anche sui nostri quotidiani locali il problema dei rifiuti è sempre più spesso un articolo da prima pagina.

Anche l’Abruzzo, e Chiodi lo ha ricordato, versa in una situazione difficile, che ci rende incapaci di rispondere alla richiesta di solidarietà della Campania. Diversamente, ad esempio, sta agendo la Lombardia, che si è già messa in moto in questo senso. In quella regione, però, la raccolta differenziata ha raggiunto livelli di eccellenza, così come il recupero e la produzione di energia da rifiuti, che vengono regolarmente conferiti nei ben 13 termovalorizzatori presenti sul territorio.

Quello lombardo è un sistema di gestione dei rifiuti che ha già da tempo superato l’organizzazione basata sullo smaltimento in discarica. Una circostanza che deve essere chiara a chi oggi si affanna ad accusare il presidente Chiodi e che impone una riflessione sulla validità di alcune battaglie portate avanti in difesa di quell’Abruzzo, regione “verde” d’Europa. C’è da chiedersi se tali battaglie siano davvero funzionali alla conservazione del nostro prezioso patrimonio naturalistico o piuttosto rappresentino un anacronistico arroccamento su posizioni che ignorano la situazione di pre-emergenza verso la quale si sta dirigendo anche l’Abruzzo.

Secondo Chiodi, sotto lo scudo della coscienza ecologica, sono stati rallentati processi importanti, ormai ineludibili per affrontare in maniera efficiente e razionale il problema dello smaltimento dei rifiuti. Il riferimento è al recupero energetico, che come ci insegnano i paesi nordeuropei e alcune regioni italiane, deve rappresentare il punto di arrivo del ciclo integrato dei rifiuti.

In Abruzzo troppe pressioni, e non solo ambientaliste, stanno ostacolando questo cammino, mentre, come ha sottolineato Chiodi, si tratta “di un processo inevitabile di responsabilità”. Da noi, purtroppo, la gestione dei rifiuti dipende ancora in gran parte dallo smaltimento in discarica. Non esiste una vera coscienza ecologica e c’è disinformazione sulle “corrette pratiche ambientali”.

A chi ha accusato chi governa l’Abruzzo di essere insensibile di fronte alla richiesta di solidarietà della Campania vorrei chiedere che valore attribuisce alla parola solidarietà. Se quello che ci viene chiesto è solidarietà, allora prima ancora di pensare ad esserlo con gli altri, dovremmo iniziare ad esserlo con noi stessi. Perché anche la nostra regione, di fronte al problema dei rifiuti, ha un grande bisogno di solidarietà da parte di tutti noi, amministratori e cittadini. Il primo passo da compiere è tanto semplice quanto rivoluzionario: dobbiamo impegnarci a produrre meno rifiuti.

Qualsiasi strategia che punti a ridurre le pericolose conseguenze che la produzione e la non corretta gestione dei rifiuti può avere sulla salute e sull’ambiente che ci circonda, parte proprio da qui, dalla riduzione dei rifiuti. E questo non è altro che il primo dei cinque principi, “le 5 erre”, contenuti nella direttiva europea (n. 98 del 2008) che deve rappresentare il punto di riferimento per qualsiasi politica in materia. Ognuno di noi può fare qualcosa e mettere in moto una vera e propria rivoluzione culturale che ci trasformi da ‘società del rifiuto’ a ‘società del riciclo’.

Ridurre, dunque. E Riusare, Riciclare e Recuperare, materia ed energia. Così si chiude in maniera virtuosa il ciclo dei rifiuti. Relegando al ruolo di riserva lo smaltimento in discarica.

Iniziamo già da domani, ad esempio comprando il meno possibile prodotti usa e getta o impegnandoci meglio nella differenziazione dei rifiuti. Ma anche accogliendo, con senso di responsabilità, le opportunità che giungono dalle nuove tecnologie.