Sul “Cirinnà” Tonini non minacci gli alleati
01 Luglio 2015
Carlo Giovanardi è deciso a non mollare: “Forse, e ripeto forse, solo a Natale la proposta di legge sulle unioni civili potrà approdare in aula.” Al senato infatti, in commissione Giustizia, Ncd ha presentato oltre mille emendamenti su 1446 totali, più 206 subemendamenti. Considerando che ogni emendamento va non solo votato, ma anche illustrato e discusso, i tempi non saranno quelli che vorrebbero i “rottamatori” del matrimonio costituzionale.
Il Pd, intanto spinge fortemente per un accordo, e lascia intendere che sui punti più controversi c’è una certa disponibilità, con i cattolici democratici che farebbero da sponda interna. Gli articoli da correggere o eliminare sono quello sulla cosiddetta stepchild adoption, che consente a uno dei partner di adottare il figlio biologico dell’altro, e la pensione di reversibilità. La stepchild adoption serve a legittimare in modo subdolo la pratica dell’utero in affitto; se infatti il figlio del partner non è nato grazie a questa pratica, non c’è necessità di adottarlo, in quanto ha una madre e un padre riconosciuti ufficialmente. La pensione di reversibilità, nonostante le stime ottimistiche e parziali esibite recentemente dall’Inps, preoccupa anche chi non lo vuole ammettere, perché non si sa quanto effettivamente un allargamento della platea potrà pesare sui conti pubblici.
E’ comprensibile, quindi, che il Pd, o almeno una larga parte di esso, sia favorevole a un compromesso che “migliori” il testo Cirinnà modificando due punti difficilmente digeribili dall’opinione pubblica. In una breve intervista di oggi sul Corriere della Sera, Giorgio Tonini, rappresentante autorevole dei cattolici di sinistra, caldeggia l’accordo, e fa insieme la parte del poliziotto buono e di quello cattivo: il compromesso sarebbe un “traguardo nobile”, ma eventualmente, se Ncd non cedesse, sarebbe pronto un non meglio definito “piano B”. Soprattutto, Tonini mette in campo l’alleanza di governo: “proseguiamo con la limatura del testo ma ci opponiamo all’ostruzionismo minacciato da un alleato di governo”. Ma cosa c’entra il governo?
Le unioni civili non fanno parte di un accordo di governo, e la proposta di legge non parte dal Consiglio dei ministri, come accadde per i vecchi Dico di prodiana memoria, ma è di iniziativa parlamentare. Dunque il percorso del testo è affidato alla piena autonomia dei gruppi parlamentari e inoltre, essendo una proposta che tocca questioni sensibili, è normale che sia garantita un’ampia libertà di coscienza dei singoli senatori. Tonini eviti di ventilare minacce, e rifletta piuttosto sull’intervista al prof. Gambino che abbiamo pubblicato: attenti a non proporre un testo apparentemente ripulito, che però si presta ad essere corretto, nel giro di pochi mesi, dai tribunali europei, come è già successo ad altri paesi. Non sarebbe un “traguardo nobile”, ma una banale presa in giro.