Sul decreto legge il Governo fa dietrofront
13 Aprile 2007
”Un’operazione contro il mercato”. Così Corrado Calabrò, presidente dell’Agcom, definisce un eventuale decreto legge per separare la rete telefonica fissa da Telecom Italia. Ma il dietrofront del Governo c’è già stato, con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta, che stamani ha spiegato come per il governo “non c’è l’urgenza per affrontare questo tema in modo straordinario”. Nessuna fretta, insomma. E nessun decreto: la questione della rete sarà affrontata dal governo mediante un “emendamento specifico” a un disegno di legge tra quelli già all’esame del Parlamento, ha spiegato poi il ministro Chiti. Ancora da decidere, comunque, in quale disegno di legge verrà inserito il provvedimento sulla rete telefonica e i tempi di presentazione.
I tempi per la separazione della rete, secondo Calabrò, restano stretti: “Sono d’accordo con la Reding (commissario europeo per Media e Società dell’Informazione, ndr): sconvolgerebbe il mercato, in un momento particolarmente delicato. Ma se si elabora una norma sulla quale Bruxelles è d’accordo, conforme ai criteri del mercato e che sia varata in tempo, prima che si concluda la trattativa con Telecom Italia…”. Insomma “entro il 31 dicembre prossimo, o si fa l’accordo o l’autorità deve essere in grado di imporre la separazione della rete. Oltre quella data non si può andare”, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera, spiegando che “comunque l’Autorità non vuole nessun potere che travisi il mercato, non vogliamo fare nessun colpo di mano, nessuna anticipazione del risultato rispetto all’analisi che stiamo conducendo. Ci muoviamo sui binari della direttiva europea del 2002”.
L’Autorità delle Tlc sta infatti aspettando l’emendamento Gentiloni che dovrebbe attribuirle nuovi poteri che consentirebbero di adottare direttamente il provvedimento. Intanto, è già pronta la bozza del dossier sulla rete che sarà discussa il 19 aprile, nel corso della riunione del Consiglio.
Stamani, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta, al termine del consiglio dei ministri, “per il governo non c’è la necessità e l’urgenza per affrontare questo tema in modo straordinario. Il rispetto del mercato è totale”. Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Per Adulfo Urso (An): “Si tratta di un dietrofront salutare che speriamo serva a rassicurare i mercati e gli investitori dopo le minacce e gli spauracchi dei giorni scorsi”. Dello stesso tenore le dichiarazioni dell’ex ministro delle Comunicazioni Mauruzio Gasparri, secondo cui “dopo le bacchettate della Commissione europea, il governo fa una goffa marcia indietro professando un rispetto del mercato smentito dieci anni fa dalle errate modalità di privatizzazione di Telecom volute da Prodi, dal recente piano Rovati e dai ripetuti annunci di leggi ad hoc fatti da molti ministri in questi giorni”.
Intanto, è stata fissata per mercoledì 18 aprile, l’audizione sulla vicenda Telecom del ministro delle comunicazioni, Paolo Gentiloni, alla commissione lavori pubblici
del Senato.