Sul nucleare serve una discussione senza strumentalizzazioni politiche

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Sul nucleare serve una discussione senza strumentalizzazioni politiche

16 Marzo 2011

Dopo la tragedia che ha travolto il Giappone è doveroso e corretto porsi degli interrogativi sul nucleare, per certi versi anche maggiori rispetto al passato. Tuttavia la legittima riflessione, proprio per rispetto alle tante vittime del glorioso popolo del Sol Levante e per rispondere ad esigenze di approfondimento, non dovrebbe degenerare mai né nell’ideologismo preconcetto del si o del no, né tanto meno nello sciacallaggio politico.

Invece, pare proprio che Nichi Vendola, presidente (assente) della Regione Puglia, abbia avuto un atteggiamento chiaramente orientato a trarre un vantaggio di parte dai tragici eventi giapponesi, specialmente quando ha affermato che “soltanto le logiche di una cricca criminale possono impedire all’Italia di partecipare alla discussione che coinvolge tutto il pianeta sul futuro dell’energia nucleare. Il fatto che in mezzo secolo – ha ricordato – tre incidenti rilevanti come quello del ’79 a Three Mile Island, dell’86 a Chernobyl e quello alla centrale di Fukushima in Giappone abbiano smentito tutte le certezze dei nuclearisti in tema di sicurezza delle centrali atomiche, chiede al mondo intero un atto di responsabilità ". Per Vendola "non è possibile che a questo si replichi con le farneticazioni di Stefania Prestigiacomo" e promette di armare "una battaglia radicale sul diritto delle nostre comunità, dei nostri territori, della nostra gente a difendersi da una scelta che ha soltanto i tratti dell’affarismo lobbistico e che non corrisponde per niente alle necessità di approvvigionamento energetico del nostro paese".

Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha risposto al governatore pugliese ribadendo che il governo italiano "non è né cieco né sordo" rispetto alle notizie che arrivano dalle centrali nucleari in Giappone e assicurando di tenere alla sicurezza dei cittadini: "A noi sta a cuore l’indipendenza energetica dell’Italia – ha detto il ministro – ma prima e di più sta a cuore la salute e la sicurezza dei cittadini e non sarà mai assunta alcuna decisione che la possa metterle a rischio. La nostra scelta di rientrare nel nucleare ci induce ulteriore attenzione, assieme all’esigenza di una piena trasparenza su quanto sta accadendo. L’incidente nella centrale giapponese, che seguiamo con preoccupazione, ci spingerà ad approfondire ulteriormente i temi della sicurezza e i problemi di sismicità dei siti".

Dunque il Governo, a detta della Prestigiacomo, non rifiuta né la discussione né entra in una logica di tipo economico per cui, pur di garantire all’Italia l’indipendenza energetica – fattore di indubbia importanza – si metta in secondo piano la vita e la salute dei cittadini.

Tuttavia, su una questione così delicata come quella del nucleare non c’è, come è facile immaginare, unanimità di vedute neanche all’interno del centrodestra. Sia il Sindaco di Roma Gianni Alemanno che la Presidente della Regione Lazio Renata Polverini hanno infatti ribadito la loro contrarietà alla localizzazione di siti nucleari nel proprio territorio. Ma lo hanno fatto comunque nel rispetto delle diverse opinioni e con una sincera volontà di dialogo. Il sindaco di Roma, da parte sua, ha preso posizione sul tema affermando con chiarezza l’esistenza di una evidente questione di sicurezza ed auspicando l’apertura di un dibattito nell’incontro tra i ministri europei dello sviluppo economico: "Io credo che non si possa far finta di niente rispetto a quello che è successo in Giappone", ha detto Alemanno. "È vero che c’erano delle centrali vecchie, superate rispetto alle nuove, ma è anche vero che erano testate dal più efficiente sistema tecnologico del mondo, quello giapponese. Se erano centrali testate, anche rispetto al rischio terremoto, significa che qualcosa non funziona e che questa grande sicurezza forse non c’è".

Renata Polverini, invece, è più netta e dai palazzi di via della Pisana ribadisce il no della Regione ad ospitare qualsiasi nuovo impianto nucleare su tutto il territorio "a partire da Montalto di Castro", in virtù di una mozione approvata lo scorso 24 novembre che prevedeva il suo impegno nel rinnovare tale indisponibilità al Governo. La stessa Polverini tra l’altro ha ricordato come, tra i Sessanta impegni per la Regione Lazio, non fosse presente alcun riferimento al nucleare.

Si potrà obiettare, con evidenti vuoti di memoria, che fino a ieri gli esponenti del centrodestra erano quasi tutti nuclearisti convinti delle centrali, e che oggi tirino fuori queste posizioni sull’onda emotiva. Ma questo non è affatto vero: se non a tutti è capitato di sfogliare, negli anni del Msi e di Alleanza Nazionale, i documenti scritti dalla destra sociale, molti ricorderanno però i dovuti richiami alla moderazione del ministro Giulio Tremonti. Inoltre, forse in pochi conoscono tutta l’attività di discussione sul nucleare portata avanti, da molto tempo, da diversi parlamentari di area Pdl, coadiuvati sul tema da Fabio Rampelli.

Ed è stato proprio Rampelli a prendere una posizione molto dura all’indomani della tragedia giapponese, dimostrando ulteriormente quanto la discussione sia viva e tagli trasversalmente gli schieramenti politici: "Per quale motivo Paesi che hanno decine di centrali nucleari attive annunciano moratorie, congelano programmi di realizzazione di nuove centrali già approvati, spengono con effetto immediato i reattori giudicati più a rischio e l’Italia – dice Rampelli – che non ha nulla da perdere, non avendo una sola centrale attiva, si ostina a esibire una posizione isolata nel mondo occidentale, imprudente quanto ingiustificata?" Infine, il deputato Pdl ha rinnovato l’ennesimo appello al presidente Berlusconi "affinché siano riuniti gli organi del partito per approfondire il tema e lasciare libertà di coscienza agli elettori nella prossima scadenza referendaria".

Dunque la discussione è più viva che mai e questo è già un buon punto di partenza perché emerga, nel Paese, una posizione intelligente e responsabile. Il fatto che, però, Vendola ignori o finga di ignorare il fermento culturale presente nel centrodestra e nel Governo non fa onore al suo ruolo di Governatore e all’interesse primario della popolazione, che è quello di capire quanto realmente convenga oppure no intraprendere un progetto nucleare, che se da un lato ci garantirebbe una maggiore indipendenza energetica, dall’altro però presenterebbe innegabili rischi di cui è responsabile e giusto valutare l’entità.