Sul terremoto serve un check up per correggere la rotta
08 Agosto 2018
Sui temi legati al terremoto l’auspicio è che l’interruzione dei lavori parlamentari, che non è sospensione della politica, possa indurre a riflettere affinché alla ripresa ci sia un aggiustamento di rotta. In questi giorni in Senato è passato il decreto Milleproroghe, che con ogni probabilità a settembre verrà votato senza modifiche dalla Camera.
Sul fronte del terremoto, è stato approvato un mio emendamento sul tema della restituzione delle tasse all’Aquila, che scongiura il rischio che lo sfalsamento temporale delle proroghe possa creare problemi e assicura un periodo continuativo di ‘tregua’ che dovrà essere utilizzato per trovare una soluzione definitiva a questa incresciosa situazione. Se è stato possibile far passare questo emendamento, evidentemente è anche perché il governo ha mostrato sensibilità sul tema dei termini vacanti.
Sul piano generale, tuttavia, il messaggio che è stato trasmesso alle popolazioni terremotate oggettivamente non è positivo. Dapprima è stata respinta una proposta che avrebbe potuto, se non risolvere del tutto, quantomeno ridimensionare sensibilmente il problema della restituzione delle tasse all’Aquila. Poi, con riferimento anche ai terremoti più recenti, sono state rigettate le proroghe di termini rispetto ai quali i ritardi sono in gran parte da imputare all’inerzia dei governi precedenti e alle complicazioni della burocrazia statale.
Di fronte a questa realtà, concedere delle proroghe dei termini sarebbe stato un atto dovuto, mentre non solo non si è data l’idea di uno Stato che assume l’iniziativa dopo un periodo buio, ma addirittura si è data inintenzionalmente l’impressione di un passo indietro. Credo che alla ripresa sarà necessario che il governo si ponga il problema di come raddrizzare la linea d’indirizzo e il suo messaggio ai terremotati, innanzi tutto individuando modalità d’interlocuzione certe e ben definite.