Sulla previdenza il Pd sbanda
15 Dicembre 2008
Il Pd è pronto a sostenere le proposte di Renato Brunetta sull’allungamento dell’età pensionabile delle donne a patto che il governo sostenga il disegno di legge dei democratici a favore del’occupazione femminile. A firmare la sfida è il ministro ombra delle Pari Opportunità del Pd Vittoria Franco, lo stesso ministro ombra che appena due giorni fa – il 13 dicembre – aveva definito le esternazioni di Brunetta “improvvisazioni spot” argomentando la sua posizione con principi difficilmente contestabili e pressoché ovvi del tipo “le donne oggi si trovano a dover conciliare lavoro, maternità e servizi di assistenza”.
Secondo Brunetta portare per tutti l’età pensionabile a 65 anni, comprese le donne, metterebbe fine alla ”discriminazione uomo-donna” e creerebbe ”due milioni e mezzo di posti di lavoro nei servizi” e un risparmio a regime di 7 miliardi da investire per riscrivere ”l’architettura del welfare”, dagli asili alla disoccupazione, ai sostegni per i non autosufficienti.
In una serie di interviste il ministro ha messo in evidenza la necessità di intervenire ”con la massima flessibilità e delicatezza” per ”ottemperare a una condanna della Corte di Giustizia europea”. Brunetta ha “alzato la voce” riportando in luce un tema sul quale è quanto mai urgente intervenire dopo che l’Alta Corte Ue che con una sentenza ha dichiarato illegittima (perché discriminatoria) la norma italiana che stabilisce a 60 anni la pensione di vecchiaia per le donne, mentre per gli uomini è a 65 anni. Il caso trattato dalla Suprema Corte Europea riguarda specificamente il pubblico impiego , anche se ha portata più generale.
”Abbiano il coraggio – dice Brunetta a chi ostacola l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne – di dire che per loro la donna deve essere l’angelo del focolare”, una sorta di ”donna-sandwich schiacciata da una parte da un lavoro nel quale non può fare carriera e guadagna meno degli uomini, e dall’altra dalle cure familiari”.
E oggi, è arrivata l’apertura del Pd. “Sono d’accordo con lei quando dice che molti, soprattutto della destra per la verità, vogliono le donne ‘angeli del focolare’, tutte cura e famiglia. Le donne oggi sono più istruite, ma più povere e più precarie degli uomini. Per le donne laureate il differenziale salariale può arrivare anche al 25% in meno. Il livello di occupazione femminile al Sud è intorno al 31%. Ma quelle stesse donne inattive rinunciano anche a fare figli perché il futuro della coppia e della famiglia è più incerto. Vogliamo partire da questi dati ministro Brunetta? – ha incalzato Vittoria Franco – Vogliamo partire dai servizi educativi e alla persona? Lei sa bene che gli asili nido coprono poco più del 10% della popolazione infantile e che al Sud non arrivano al 2%. Tremonti finora non ha previsto un euro né per promuovere politiche attive del lavoro femminile né per proseguire nel piano per gli asili nido avviato da Prodi. E non può bastare l’investimento dei risparmi realizzati con l’equiparazione dell’età pensionabile. Ci dia qualche segnale – ha concluso Franco – che ci consenta di avere fiducia e per non pensare che questo Governo voglia di nuovo intrappolare le donne in una ulteriore discriminazione: più povere, più oberate di cura e pure in pensione più tardi degli uomini”.