Sull’energia l’Italia ha fatto passi avanti ma l’ultima sfida resta il nucleare
05 Febbraio 2010
Il 3 febbraio scorso, L’Agenzia Internazionale per l’Energia ha pubblicato uno studio sulla situazione energetica del nostro paese. Energy Policies of IEA Countries – Italy 2009 Review è una pubblicazione molto attesa che promuove, anche se con qualche riserva, i progressi fatti in tema di energia negli ultimi sei anni (nel 2003 era stato pubblicato il precendente studio dell’AIE). In particolare, l’Agenzia giudica positivamente la diversificazione nell’importazione di gas naturale, l’incremento nella capacità di potenza nel settore elettrico e il processo di diversificazione nelle tecnologie di produzione. Tutte azioni e progressi, questi, che aumentano la sicurezza energetica dell’Italia, secondo l’AIE.
Il direttore dell’ Agenzia, Nobuo Tanaka, ha inoltre dichiarato il suo sostegno per il possibile ritorno dell’Italia al nucleare, dal momento che nonostante i progressi fatti il nostro Paese dipende ancora eccessivamente dalle importazioni, esponendo il settore elettrico ad eccessivi rischi. In questo contesto la legge 99 dell’anno scorso è un passo chiave. Una delle critiche più ricorrenti negli anni passati è stata infatti la mancanza di una propria strategia energetica nazionale. Il processo avviato con la legge del Luglio scorso però non deve fermarsi: era sottinteso, quindi, il suggerimento a proseguire senza tergiversare troppo verso la produzione di documento che delinei chiaramente gli obiettivi e le strategie energetiche future – un piano che si allinea con quanto suggerito in diverse occasioni dal Sottosegretario Saglia (che prevede la produzione di un "Libro Verde" seguito da un processo consultativo culminante in un "Libro Bianco" verso la fine del 2010).
Nonostante i progressi fatti, l’AIE ritiene infatti che per l’Italia sarà molto difficile raggiungere gli obiettivi posti dall’Unione Europea per il 2020 in materia di emissioni di CO2 e rinnovabili. Il nostro Paese deve quindi cambiare marcia e trasformare in realtà una serie di progetti che finora rimangono solo sulla carta. Questo problema è comune ad altri Paesi ma è particolarmente rilevante per l’Italia dove l’opposizione a nuove infrastrutture (il cosiddetto "effetto NIMBY") è estremamente forte e ha portato nel passato a notevoli ritardi nella realizzazione di progetti di valore strategico.
Il Direttore Tanaka ha osservato che il nuovo programma nucleare rischia di cadere nella stessa trappola senza un concertato sforzo di tutte la parti in gioco. Insomma, un richiamo alla responsabilità di tutti gli attori coinvolti, dal governo, alle regioni, agli operatori e agli stessi consumatori. La maggiore organizzazione mondiale in tema di energia vede con favore lo sviluppo di una nuova strategia energetica nazionale in cui ci sia spazio per il ritorno all’atomo, proprio mentre interessi locali e politici di breve termine remano contro. Nelle prossime settimane si vedrà chi vincerà il braccio di ferro fra lungimiranza e calcoli politici.