Sullo “ius soli” Renzi rischia un nuovo 4 dicembre
04 Luglio 2017
di Carlo Mascio
“Ne parleremo dopo i ballottaggi”. Al Nazareno, dopo la batosta al primo turno delle amministrative, tutti ripetevano questo ritornello davanti a taccuini e telecamere a chi chiedeva che fine avesse fatto lo ius soli in discussione al Senato. Tutto rimandato, insomma. Il perché non era troppo difficile intuirlo. Dal Pd, infatti, avevano ben capito che il provvedimento era tutt’altro che gradito all’opinione pubblica. E i magri risultati del primo turno ne erano la testimonianza diretta. Quindi, prudenza e bocche cucite sul tema fino ai ballottaggi. La strategia Dem, però, non ha funzionato. La tanto temuta scoppola è arrivata: il centrodestra ha conquistato 16 città capoluogo contro le 6 acciuffate dal Pd. Una debacle, è evidente.
E, come se non bastasse, un sondaggio pubblicato dal Corriere della Sera lancia un messaggio chiaro a Renzi & Co.: il 54% degli italiani è contrario a concedere la cittadinanza ai figli di immigrati stranieri nati nel nostro Paese. Un dato ribaltato rispetto al 2011 quando gli italiani favorevoli erano addirittura il 71%. Quindi, non ci sono dubbi: lo ius soli ha pesato eccome sulla sconfitta piddina alle comunali. Stando a questi fatti, qualcuno avrà pensato: ora il segretario Dem bloccherà tutto. Niente di più sbagliato. Sullo ius soli Renzi, come al solito, sembra non voler sentire niente e nessuno.
“Non si rimettono in discussione battaglie solo perché un sondaggio dice che gli italiani sono meno favorevoli” ha dichiarato il segretario Dem. E la prova provata che Renzi, stretto nella morsa delle minacce di Pisapia e Prodi, stia forzando i tempi anche per cercare l’incidente parlamentare è data dal fatto che, secondo rumors parlamentari, il governo, pur di portare a casa la legge entro l’estate, sta pensando addirittura di blindare il testo chiedendo ancora una volta la fiducia per tentare in questo modo di scavalcare tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni a Palazzo Madama, dove il testo è attualmente in esame.
Roba da folli, anche perché i figli di immigrati, in quanto nati in Italia, già tutt’ora godono degli stessi diritti dei bambini italiani, tanto che, secondo la normativa vigente, possono rappresentare il nostro Paese anche nelle manifestazioni sportive, ad esempio, vestendo la maglia della Nazionale di calcio. Una cosa non da poco, dunque. Quindi, il testo attualmente in esame concederebbe in più solo il diritto di voto. E la domanda è: ha senso concedere un diritto a chi non è ancora sicuro di rimanere nel nostro Paese con il rischio che accompagnare i figli ad acquisire questo diritto, ricordiamolo, “personalissimo” serva più ai genitori per facilitare la loro permanenza in Italia che ai diretti interessati?
Problemi non di poco conto che richiedono di essere affrontati con prudenza. Ma niente da fare. Renzi, nonostante i suoi stessi elettori (vedi la sconfitta Pd nelle storiche roccaforti di Genova, La Spezia e Pistoia) gli abbiano fatto capire di non essere così favorevoli al provvedimento, ha fretta di chiudere la partita dello ius soli al più presto. Ma le opposizioni non staranno certo a guardare. Anzi. Alcuni partiti, come Idea di Gaetano Quagliariello, sono già pronti a raccogliere le firme per indire un referendum abrogativo. E, stando ai sondaggi, il rischio di un nuovo 4 dicembre non è proprio fuori portata. Renzi è avvisato.