Autorità amministrative indipendenti, la sfida è cambiare per migliorare

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Autorità amministrative indipendenti, la sfida è cambiare per migliorare

Autorità amministrative indipendenti, la sfida è cambiare per migliorare

22 Febbraio 2010

Il nodo è capire se e in che misura il sistema delle Autorità amministrative indipendenti rappresenti un fattore virtuoso nella costruzione di un sistema istituzionale efficiente, trasparente e responsabile. E, allo stesso tempo, verificarne lo stato di salute e radiografarne limiti e potenzialità.

Indipendenti e chiamate alla tutela dell’interesse pubblico a seconda del delicato settore di riferimento (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, dell’Energia elettrica e del Gas, delle Garanzie nelle Comunicazioni oppure per le Società e la Borsa), non solo regolamentano quei settori della vita pubblica ed economica in cui un’eventuale ingerenza del Governo potrebbe determinare distorsioni e inefficienze, ma svolgono sempre di più funzioni che si proiettano oltre i confini nazionali, indirizzate alla tutela della concorrenza o allo sviluppo dei processi di liberalizzazione. Del resto, la speciale competenza tecnica e la complessità delle regole che sono disseminate nei mercati liberalizzati sono ancora oggi la più forte ragione di legittimazione delle autorità e la giustificazione della loro indipendenza.

Buone regole applicate da arbitri tecnicamente preparati permette di migliorare la competitività e di garantire in modo equilibrato le iniziative dei privati, gli interessi dei cittadini-utenti e la parità delle armi dei mercati, ma se oggi ci si trova a discutere delle funzioni delle Authority e della distanza tra regole e risultato, significa che dagli anni ’90 – che hanno visto una proliferazione delle autorità contemporaneamente alla fine della I Repubblica – ad oggi qualcosa non ha funzionato. O è mancato.

Capire come oggi vengano esercitati i compiti di regolazione, vigilanza e garanzia è stato il perno del convegno "Le Autorità amministrative indipendenti: sistema e governance" organizzato dalla Fondazione Magna Carta in collaborazione con l’Istituto Bruno Leoni e con la Fondazione Astrid. Non sempre, infatti, l’istituzione di nuove autorità indipendenti è sembrata rispondere a una logica chiara e non di rado il ricorso allo strumento dell’autorità indipendente è risultato coerente rispetto alle sue premesse politiche. Al contrario, la nascita di una nuova Autorità spesso è dipesa da esigenze mediatiche o da quelli che il vicecapogruppo dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello, ha chiamato “banali interessi corporativi” (connessi al trattamento privilegiato dei componenti e del personale delle autorità). Presupposti che in questo caso hanno gravato pesantemente sulle casse dello stato e determinato due conseguenze, doppiamente negative: l’indebolimento della funzione istituzionale del Governo e, allo stesso tempo, del profilo delle stesse autorità (che non vengono più riconosciute come soggetti autorevoli e indipendenti proprio in virtù della “eccezionalità” della loro esistenza).

Non solo. Il punto critico nel funzionamento delle autorità indipendenti è la sospensione – che deriva dalla stessa ragion d’essere dell’organo – del circuito della responsabilità politica che normalmente governa le pubbliche amministrazioni. Ma è proprio per compensare questa caratteristica, foriera di problemi, che il rapporto tra queste e il Parlamento andrebbe valorizzato. Anche aldilà delle consuete relazioni annuali, in maniera tale che il Parlamento (ferma restando l’indipendenza della autorità nell’assunzione delle decisioni di propria competenza) diventi la sede nella quale l’attività delle autorità amministrative indipendenti viene conosciuta e valutata rispetto all’effettiva capacità di perseguire l’interesse istituzionale, in vista del quale la legge ha riconosciuto poteri normativi ed amministrativi all’autorità. Una prospettiva che, secondo il vicecapogruppo dei senatori del Pdl, da un lato esalterebbe la funzione di garanzia e di controllo del Parlamento e dall’altro rafforzerebbe la capacità delle autorità di sottrarsi ai rischi di capture e quindi la loro stessa indipendenza.